Autore Topic: Figli dell'ultima alba XXXVII - Capitolo 28: Come ai vecchi tempi  (Letto 1159 volte)

Sceiren

  • GM Rising Dradis Echoes
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  • Chi sono dei due? :D
    • Mai dire di no al panda!
28
Come ai vecchi tempi

Il piccolo falò scoppiettava sollevando di tanto in tanto una pioggia di scintille che andava a confondersi con le stelle, prima di sparire nel cielo notturno.  Zaltar si rannicchiò nel pesante mantello d’orso che, dopo aver fatto fuori l’orso, si era fatto preparare da Silvèr.  Quella cacciatrice fondeva la capacità e la precisione degli elfi all’inventiva degli uomini, soprattutto quando conciava la pelle a quel modo. Lo diceva sempre a Sceiren: “quella femmina vale più degli elfi e anche di molti uomini” precisando, subito dopo, “escluso il sottoscritto”.
Come se i pensieri del vecchio mago lo avessero destato, Sceiren, afferrato un ciocco rotondo, lo lanciò nel falò, scatenando l’ennesima esplosione di scintille.
- Ehi, ehi, ehi, ehi! Così mi dai fuoco al pelo! – protestò Lore balzando in piedi e colpendosi ripetutamente la pelliccia con le mani. – Ecco, me l’hai rovinata! Guarda qua! – disse indicando come un bambino a cui si era rotto il giocattolo una macchia di cenere all’altezza dell’ombelico. – E tu cosa hai da ridere? Cosa ci trovate da ridere! Ehi! Guarda che se mi esce il buco a te toccherà rattopparlo! –
Silvèr però non lo stava sentendo già da un po’ e rideva tenendosi la pancia con entrambe la mani.
- L’avessi detto io… - e continuava a ridere.
Il mezz’elfo infuriato però insisteva:
- Ma tu guarda, ma poi detto cosa? Cosa avresti detto? Io qui soffro e tu ridi?! –
- Se… avessi… detto… - la sua risata era contagiosa anche per Sceiren, Zaltar e Bryger; quest’ultimo, senza alcun ritengo, aveva preso a rotolare per terra come solo un nano sapeva fare.
- Sì, ma poi… detto cosa? – chiede Lùce asciugandosi le lacrime.
- Se avessi detto..., si schiarì la voce assumendo un tono, per quanto possibile, maschile – Mi dai fuoco al pelo! Dico, se l’avessi detto io… hai idea cosa avrebbe detto! – e giù a ridere.
- Molto divertente, molto divertente! –
- Sì, maledizione, lo è davvero! – disse Bryger prendendo a tossire. La birra gli stava tornando su.
Poco più in là, seduto su una panca, Roredrix si gustava la scena.  La schiena gli doleva terribilmente e gli acciacchi dovuti agli sforzi dell’ultimo scontro non volevano passare.  Sorrise, mentre osservava non visto la sua amata ridere come faceva un tempo e si chiese se, una volta tornati a casa, avrebbero potuto… Strinse la bottiglia di liquore che teneva stretta in mano e scosse il capo violentemente. Non voleva neppure pensarci.  Afferrò il tappo di sughero con i denti e lo sputò nella neve, quindi dette una bella ciucciata.
- Tutto per te? – chiese un uomo alle spalle.
- Dipende.  In condizioni normali, riprese il vecchio veterano, ti direi che è roba mia e di andarti a cercare da bere altrove, ma non posso negare che te la sei cavata davvero bene durante la battaglia di Naxxramas.  Direi che te lo meriti. –
- Direi sì!, non mi hai offerto neppure un bicchiere d’acqua da allora. –
- Mancavano le occasioni. –
- Ci sono sempre le occasioni, da’ qua. – e strappò la bottiglia di mano al compagno ridendo.
- Aria di festa? Ho quello che occorre! – Voa si passò una mano sui capelli bianchi e senza neppure aspettare la risposta degli altri due si sedette accanto a Roredrix il quale non parve gradire.
- Ho acquistato questa delizia da un orco.  Meglio che non vi dica quanto mi ha fatto sborsare. –
- Nessuno te lo ha chiesto. – tagliò corto Roredrix.
- Nessuno ti ha chiesto del denaro, ma di certo non mi faccio da parte di fronte ad una bomba di Ogrimmar!- disse Wintate strofinandosi rapidamente le mani.
- Col freddo che andremo ad affrontare tra poco, forse converrebbe tenerlo da parte… - proseguì l’ultimo arrivato fissando la bottiglia.
- Non c’è bibita che tenga dove stiamo andando. – Roredrix si passò una mano sulla barba incolta, quindi si appoggiò con gomiti sulle ginocchia e fissò Tenakah.
- Erebus mi ha detto che la temperatura intorno alla cittadella può scendere anche venti, trenta gradi sotto lo zero, forse di più, per non parlare del fatto che Arthas è in grado di influenzare il tempo e le tempeste. –
- Stronzate. – disse Roredrix alzando due occhi fiammeggianti.
- Non sono stupidaggini, Rore, è così. –
- Beh, allora che senso ha preoccupaci? – disse gioviale Wintate.
- Come scusa? – fece eco Tenakah incrociando le braccia.
- Se Arthas è in grado di fare tutto questo… beviamoci sopra e affrontiamo quello che verrà alla giornata!  Infondo, a che serve preoccuparsi adesso? –
Voa annuì, pareva piuttosto convinto.
- Pur non condividendo l’entusiasmo… stappa e vediamo chi arriva alla fine. – propose Roredrix abbozzando un sorriso.
- Non posso lasciare voi giovincelli da soli. –
- E’ roba forte Tenakah, sicuro di farcela? – chiese Roredrix stiracchiandosi.
- Bello: io bevevo alla tua salute quando ancora dovevi nascere. –
- Sarà, ma non vorrei bere io alla tua guardandoti disteso in una bara prima della battaglia! – e scoppiò a sua volta a ridere, poi riprese ed alzandosi in piedi sentenziò: - Allora: direi che il primo brindisi sarà alla salute di… Shockwave!? -

* * *

- Chi diavolo sarebbe? – chiese Voa girandosi su se stesso, allargando le braccia non capendo di cosa stesse parlando Roredrix.
Il guerriero, dal canto suo, si era alzato fissando una figura scomparsa nel via vai di soldati e superando i compagni, stringendo gli occhi per metterlo a fuoco, si era avviato lungo il sentiero.  Di spalle, accanto ad una figura che sarà stata un terzo di lui, vi era un gigante dai biondi, sporchi di terra e un’armatura finemente lavorata, ma ammaccata in più punti, oltre ad essere impresentabile per quanto era macchiata.
- Sh’oc Dun Wev? Sei tu? – disse alzando il tono della voce.
Il gigante si fermò e così la buffa gnoma al suo seguito.
- Chi pronuncia quel nome? Come può costui conoscere quel… Roredrix? Dei Templari Neri? –
- Rorecosa? – vece eco la gnoma.
Il paladino si lanciò verso il guerriero e lo abbracciò vigorosamente.
- Non ci credo! Vagavo da qualche ora in questo campo sconfinato proprio cercando Erebus dei Templari Neri e chi trovo? Lo vedi, Seilune: il Creatore continua a vegliare sul nostro cammino! –
- Sarà… - continuò la gnoma sbadigliando.
- Ho notizie nefaste, amico mio, portaci dagli ufficiali, dobbiamo conferire immediatamente con loro. –
Roredrix si incupì, quindi scosse il capo.
- Prima ti devo presentare qualcuno. –
- Ah sì?! E di ci si tratta, se è lecito chiedere? –
- Si chiama nettare degli orchi e, a giudicare dal vostro stato, direi che entrambi ne abbiate un gran bisogno.-

* * *

Ilaria, Seilune, Sceiren, Nadir e Albina da un lato, Roredrix, Selune, Erebus e Whitescar e Dyanoi dall’altro, chi seduto, chi in piedi, chi con le braccia conserte, chi in silenziosa preghiera, tutti erano in ascolto del racconto del compagno ritrovato e della guida che aveva condotto le truppe di elite al seguito dei due leggendari condottieri a morire di fronte all’Iracancello, senza un perché, in un modo che nessuno poteva lontanamente immaginare. Il Progetto, finito, e con esso ogni possibilità di vittoria.  Era solo una mezza verità, quella raccontata dal generale Masters, era chiaro, la situazione era ben più critica e irrecuperabile di come l’avesse presentata.
- Che sia Sylvanas o una frangia di quelle abominevoli creature partorite dalla pazzia a lei ostile, poco cambia: l’avvento degli Abbandonati è stato devastante.  Oltre a noi due, ritengo plausibile vi siano altri superstiti, ma dalle retrovie e che probabilmente non hanno neppure idea di cosa sia accaduto… tuttavia, la notizia potrebbe arrivare e se questo accadesse… -
- Sarebbe il caos. – concluse Erebus.
- Deve restare una notizia riservata.  E’ evidente che gli alti ufficiali del Consiglio oramai saranno informati su quanto accaduto ad Ovest, allora mi chiedo: perché proseguire? – si domandò Shockwave.
- Perché non abbiamo altra scelta: o morire provando, o morire e basta. – Dyanoi era glaciale.
Selune camminò davanti e indietro massaggiandosi il mento.
- Sappiamo che l’informatore della resistenza, Colèra, ha lasciato prima di noi Guadiainverno per cercare rinforzi a Nord e anche Tyrion Fondring sta facendo altrettanto, dirigendosi probabilmente al quartier generale dei Crociati d’Argento.  Masters non vuole mandarci a morire, è certo, vuole tentare sul serio di abbattere Icecrown, il problema è che il Re dei Lich non può essere ucciso, su questo si basava il Progetto, non sulla forza bruta. –
- Ucciso forse no, ma rallentato sì.  Come in passato, se riusciremo a uccidere il suo simulacro, forse potremo guadagnare quel tempo che ci occorre per preparare un nuovo piano. – Sceiren non era convinto delle sue stesse parole.
- Tempo perso. – Albina scoppiò a ridere. – Solo tempo perso, come il sangue che verserete. –
- Spiegati. – le intimò Shockwave.
Albina lo ignorò e fissandolo con gli occhi spiritati, riprese a ridere.
- Albina, per cortesia. –
- Non rispondo a questa scatoletta di latta, Selune. Non rispondo a nessuno di voi, figurati se ora risponderò a lui!  –
- Risponderai al Creatore per questa mancanza di rispetto! –
- Rispetto? Rispetto!? Quanto pensi che conti il “rispetto” in questo momento? Stiamo parlando di mandare a morire o, nel caso dei nostri amati alleati non-morti, morire di nuovo, centinaia di migliaia di soldati per nulla e tu mi parli di rispetto verso un Creatore che si è voltato dall’altra parte proprio quando voi altri credenti e supplicanti avevate più bisogno di lui?! Non servirà a NULLA! – gridò con voce stridula l’evocatrice.  Nessuno la riprese.  Era pericolosamente sull’orlo del baratro e persino Seilune, che la vedeva per la prima volta, si era messa in disparte, pronta ad una misura estrema.
L’evocatrice, si guardò intorno col petto che si alzava ed abbassava, quindi soddisfatta dell’attenzione ottenuta, scacciò all’indietro i capelli tirando indietro il capo e, con voce pacata, profonda e terribile riprese a parlare fissando il paladino che l’aveva sfidata dritto negli occhi.
- Tutto è comunque inutile perché nel momento esatto in cui staccherete la testa dal collo ad Arthas, il Re dei Lich sceglierà un nuovo ospite e considerato che non abbiamo idea di chi questo sarà, passerete i prossimi anni alla sua ricerca, mentre il nemico si leccherà le ferite e si preparerà a tornare. –
- Tutto vero. – disse la paffuta gnoma annuendo gravemente.
- Ora, raccontatevi l’un l’altro che proseguiamo questa follia per il bene comune, per le nostre città, familiari, amici, animali domestici o qualsiasi altra cosa, ma la motivazione finale per cui siamo tutti qui, soprattutto adesso, non è sete di giustizia, e fissò Selune negli occhi, quanto di vendetta.  Personalmente mi sta più che bene, non mi frega niente del perché siamo qui, personalmente… sono qui perché mi è stato chiesto da…, fece una strana pausa, dal mio comandante, nulla di più, ma ricordiamoci bene cosa siamo e perché siamo qui. Non siamo più qui, ormai, per porre fine ad una minaccia, ma per vendicarci del torto subito. Ora vi lascio discutere sui piani militari con cui i Templari Neri affronteranno le legioni di Arthas; personalmente trovo noioso parlare di se, forse, ma.  Come sempre mi affiderò all’improvvisazione. – e lanciando un bacio sensuale quanto sinistro a Seilune, Albina lasciò la tenda di Erebus.

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren