Autore Topic: Stelle cadenti XIII - 12: L'ultima mezzanotte  (Letto 1168 volte)

Sceiren

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  • Chi sono dei due? :D
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Stelle cadenti XIII - 12: L'ultima mezzanotte
« il: Luglio 19, 2010, 03:02:02 pm »
Dedicato a mio amico Davide alias "Shockwave": spero che il cammeo ti piaccia :DD

12
L'ultima mezzanotte

La luce bluastra del portale prolungò deboli ombre verso l'atrio disabitato della torre bianca.  Davanti a Roredrix, ora ad inizio fila, con in mano la sua fedele Thunderfury una maestosa scalinata di marmo bianco che, attraverso due piccoli archi, portava ai piani superiori.  A sinistra, il corridoio portava verso un altro ambiente. Una luce soffusa e paradossalmente calda proveniva dall'alto.  Karazhan non sembrava per nulla una torre disabitata.
Erebus si voltò serio verso il gruppo e chiese l'attenzione anche della punta di diamante della spedizione.  Rore prestò orecchio, ma non dette le spalle all'ambiente sconosciuto di fronte a lui.
- Ascoltatemi con attenzione: come ho detto le presenze della torre abitano i livelli superiori, non dovremmo trovare compagnia da queste parti. Quello che però è fondamentale che sappiate è che i fantasmi di Karazhan non sono normali presenze.  Non attraversano pareti, non terrorizzano i visitatori, non come gli altri almeno. Gli spettri della Torre Bianca non sanno di essere morti. Continuano ogni notte a rivivere il loro ultimo ricordo, all'infinito.  Non passano le porte non perché non ne siano in grado, ma semplicemente perché come da vivi la cosa era impossibile, così anche da morti semplicemente non ci pensano e continuano a vivere il loro ultimo giorno senza cognizione del passato che è stato o del futuro. In un infinito ultimo attimo presente. -
- Certo che sai molte cose per uno che non ha mai messo piede qui dentro. - disse serio Bryger stringendo la sua fedele arma.
- Mi sono documentato, tagliò corto Erebus, Ad ogni modo, da quella parte si procede verso le stalle. Conviene dare un'occhiata, non si sa mai, non vorrei trovare una sorpresa al ritorno, tenuto conto che con ogni probabilità andarcene sarà più complicato di come siamo entrati. -
- Mai lasciare alle spalle una possibile minaccia. - sottolineò cupo Wayscraper accarezzandosi la guancia ustionata.
- Molto bene: Rore, fai strada. - ordinò Ilaria stringendo la sua mazza brillante di luce d'oro.
Roredrix inspirò, poi lentamente, per non far cigolare la sua armatura, armato di spada e scudo, proseguì verso le stalle. Al suo fianco Wayscraper armato con una spada lunga e anche lui con uno scudo, ma a differenza di quello a torre con l'emblema di Silverymoon di Roredrix, quello di Wayscraper era completamente dorato, con creste e sbalzi frutto di una fine lavorazione.  Al centro, incastonati, diversi smeraldi che rilucevano di ogni fonte di luce presente.  Il Dente dell'uccello di fuoco, uno scudo davvero splendido e altrettanto possente.  Dietro ai due guerrieri Erebus, la guida, con il suo fedele demonietto dell'abisso e la puzza di zolfo che lo contraddistingueva e Albina, per ora senza alcun compagno.  Alle spalle dei due Ilaria e Lùce, per chiudere con i due cacciatori e, infine, chiudeva la squadra Bryger, guardingo più del solito.
Il corridoi piegò dolcemente verso sinistra e la lusso ordinato incontrato appena entrati cedette il passo alle stalle, proprio come aveva anticipato il capospedizione.  Il pavimento di pietra qua e là era punteggiato di muschio e paglia.  Ragnatele biancastre erano disseminate qua e là, ma non vi erano ragni che le abitavano.  Erano semplicemente lì, abbandonate, come i carri lasciati in un angolo e ancora pieni di paglia mezza marcia e dall'odore sgradevole.
- Questo pavimento è un disastro… sarà un problema non fare rumore. - sussurrò a Wayscraper Roredrix soffocando l'ennesima imprecazione.  Tutto era silente, tutto era immobile, poi un sospiro, un gemito proveniente da alcuni metri avanti a loro.
Roredrix, come sempre, arrestò dapprima la sua marcia, fece disporre al sicuro evocatori e curatori, attese che i cacciatori prendessero posizione di copertura e che il nano avanzasse in seconda fila per affrontare una eventuale minaccia, ed infine, assieme al compagno guerriero, avanzò nella stanza successiva.  Al di là di un arco di pietra, la stalla si aprì in una sala circolare più ampia.  A destra, l'ennesimo carro abbandonato e circondato dalle ragnatele; dalla parte opposta un'altra arcata ed un altra stanza, oltre al tremolare di una fiamma, parzialmente riflessa dalle lucide pietre grigie del pavimento.  Al centro una sedia ed un uomo, legato ad essa, abbandonato su di essa, apparentemente privo di conoscenza.  Roredrix si avvicinò di un passo: aveva la stazza di un combattente, anche se provato dall'evidente prigionia.  I polsi legati allo schienale della sedia dietro la schiena così come legati ai piedi anteriori della stessa le gambe dell'uomo.  I capelli biondi, madidi di sudore, ricadevano in avanti, coprendone il viso. 
- Ehi, guarda! - sussurrò al compagno Wayscraper sollevando il mento verso il carro visto in precedenza: un'armatura a piastre completa argento e acquamarina era riposta in ordine di fianco alla ruota anteriore destra.  Una splendida mazza rilucente di una rassicurante aura dorata su di un lato, uno scudo e uno zaino, sull'altro.
Un colpo di tosse scosse il capo del prigioniero, poi Ilaria, non curandosi del potenziale pericolo, superò i due guerrieri e si chinò su di lui.
- Coraggio, è finita! - disse con tono dolce e comprensivo, mentre imponeva le mani sul capo dello sventurato.
- Gr… - ma l'ennesimo colpo di tosse spezzò la sua frase.  L'uomo sollevò tremante il capo, dando fine a tutte le sue energie rimaste e fissò la sacerdotessa che lo stava soccorrendo con due penetranti occhi azzurri.  Le sue labbra erano provate dalla sete, la sua barba incolta mostrava chiazze si sangue raggrumato.  Aveva combattuto di recente e di recente aveva perso.
Anche il resto del gruppo, intanto, aveva raggiunto i primi tre componenti della spedizione e, sotto le indicazioni i Bryger, si era messo in copertura del prigioniero e dei curatori.
- Datemi una borraccia! - ordinò Lùce mostrando il palmo vuoto della sua mano.  Subito Yukina aprì il suo zaino e le consegnò la sua borsa dell'acqua: una sacca finemente lavorata di pelli e foglie magicamente tenute assieme. 
- Bevi a piccoli sorsi. - le disse Ilaria prendendo a sua volta la borraccia dalle mani della consorella.
- Grazie, sacerdotessa, ti sono grato. - disse l'uomo finalmente libero dalla morsa delle corde.
- A giudicare dai segni nei tuoi polsi, direi che sei qui da un paio di giorni almeno. -
- Quasi tre. - puntualizzò il prigioniero provando alzandosi in piedi, poi le ginocchia lo tradirono e cadde rovinosamente sulla sedia, prima, a terra poi.
- Piano! - disse Ilaria mentre Bryger la aiutava a sorreggerlo.
- Chi sei, cosa ci fai qui? Chi ti ha fatto questo? -
L'uomo si voltò verso le sue vestigia e appoggiandosi al nano si avvicinò ad esse.
- Sono solo un paladino che ha fallito. Un paladino, il nome non è importante. -
Afferrò i guanti della sua brillante armatura e si passò una mano tra i lunghi capelli prima di tirarseli indietro e tornare a fissare la sacerdotessa con durezza:
- Non merito il mio nome fino a quando non avrò fatto ciò che devo. -
- Molto nobile, ma al momento occorrono anche risposte più concrete. - sibilò Albina avvicinandosi.
- Nano, tu che condividi il mio credo, aiutami a rivestirmi d'onore. - e detto questo gli passò uno dei due gambali dell'armatura.
- Dubito che ci dirà qualcosa prima di tornare ad essere… presentabile, e lo comprendo.- rispose Erebus all'evocatrice, quindi si avvicinò anch'egli a dare una mano.  Una volta che il pettorale fu assicurato e le fibbie strette, una volta che l'elmo dalle ali color del ghiaccio così come le spalline fu al suo posto, dopo che la mazza e lo scudo furono di nuovo in mano al suo legittimo proprietario, l'uomo, stanco ma, nonostante questo, impettito, si voltò.
- Come ho detto sono qui, ero qui, per uno scopo, una missione che ho fallito.  Dieci anni or sono, io… - ma le parole del paladino vennero troncate dal primo rintocco di un listano orologio.
- Ci siamo, CI SIAMO! - quasi gridò assicurando la presa sulla mazza e prendendo posizione. - E' quasi mezzanotte! MEZZANOTTE! -
- Che significa? Cosa accadrà a mezzanotte?! - chiese allarmato Bryger saltando sul posto da destra a sinistra, fissando ogni stanza, ogni ombra.
- Conviene stare pronti! - disse Erebus estraendo il pugnale.  I cacciatori incoccarono le frecce, il cinghiale al fianco di Wildhoney e la pantera accanto a Yukina iniziarono a dare segni di agitazione.  Roredrix digrignò i denti e sentì appiccicarsi la veste alla schiena, anche se coperta dall'armatura a piastre, quando la musica di un organo e di violini, come portata dal vento, li raggiunse.
Un altro rintocco, il secondo, poi il terzo e un odore di fieno appena reciso raggiunse il gruppo, poco dopo, al quarto rintocco, anche l'odore di letame, tipico di ogni stalla si aggiunse.
- Che succede a mezzanotte, paladino!? - ordinò impetuoso Roredrix mentre col quinto rintocco scomparvero le ragnatele da ogni angolo della stalla.
- Arrivano! - rispose secco.
Un ombra, trasparente, come nebbia, dall'ingresso che si erano lasciati alle spalle, un'ombra di circa due metri di lunghezza ed alta quanto un uomo.  Poi disparve.  Al sesto rintocco l'ombra ricomparve con accanto un'altra ombra, quasi alta uguale, ma molto più corta. Il suono di zoccoli sulla pietra cominciò ad echeggiare al settimo rintocco.
- Come sempre, come ogni volta che mi fido di Zigho o di Erebus, mi devo ricredere: le cose sono sempre peggio di quello che mi aspetto! - disse Wildhoney all'ottavo rintocco quando l'ombra più bassa prese le sembianze di un uomo, mentre quella più grande di un cavallo.  L'uomo, uno stalliere, teneva la bestia per le redini e, raggiunto l'arco che dava sulla stanza circolare, si fermò, accarezzò l'animale, e tornò indietro.
Al decimo rintocco i passi pesanti di un uomo raggiunsero il gruppo.
- Gli spettri non fanno rumore mentre camminano, giusto? - chiese sicuro dell'arrivo della minaccia Wayscraper.
- Eccolo. - sentenziò il paladino abbassando la mazza al suolo e rendendo sue fessure azzurre i suoi occhi.
Al dodicesimo rintocco un uomo in pesante armatura rosso fuoco entrò con passo sicuro nella sala circolare.  Il suo elmo cornuto torreggiava su i suoi occhi innaturalmente azzurri, lucenti, come fari nella notte.  Un non-morto.  Uno scialle rosso gli copriva il viso e la sua armatura, color ruggine, rendeva la figura eternamente minacciosa.
- Quanti intrusi nelle mie stalle, quest'oggi. - disse con voce cavernosa il nuovo arrivato. - Hai portato i tuoi nuovi amici, vecchio mio? -
- Sono qui per i miei amici di un tempo, Mark, non per quelli che saranno domani! -
La figura squadrò il gruppo, poi fece un passo in avanti verso il paladino.
- Mark, sono venuto qui per trovarti, sono dieci anni che cerco tue notizie, ho viaggiato per mesi e per cosa? Per scoprirti un abominio? Ma cosa ti è accaduto! Ti sei guardato! Hai visto cosa sei diventato? Cosa è questo posto dove ora dici di "vivere"? Non comprendi la tua situazione? Lascia che ti aiuti, lascia che ponga fine alle tue sofferenze! -
Il non-morto ascoltò ogni parola, prima di avanzare di un altro passo e ghignare divertito: - Sempre il solito fiume di parole da quella bocca.  Avrei dovuto cucirtela quando ne avevo la possibilità, non cambierai mai.  Un fiume in piena di parole, onde ed onde scioccanti di parole senza senso! Facevano bene a chiamarti in quel ridicolo modo, all'accademia militare di Stormwind!  Com'è che dicevano? Com'è che ti chiamavano? Sh'ok Dun Wev! -
- Shockwave. Così mi chiamavano. -
- A certo certo, Sh'ok Dun Wev ti chiamava solo quel ridicolo nano amico tuo! -
- Che tu lo voglia o no, in virtù del giuramento che mi lega al nostro credo ed ad una promessa fatta molti anni fa, ora porrò fine a questo scempio! - gridò Shockwave.
- Questa volta non ti legherò ad una sedia per divertirmi delle tue parole senza senso, ma ti darò in pasto ai corvi! -
Il nitrito furioso di un cavallo alle spalle del gruppo, concentrato sul signore della stalla, echeggiò nella sala.
- Vieni, Mezzanotte! Disperdiamo questa inutile marmaglia! - Il fantastico destriero da guerra impennò sulle zampe posteriori facendo tintinnare tutta la sua ricca bardatura, quindi caricò il gruppo, impreparato ad un assalto alle spalle.

* * *

Quello che un tempo si chiamava Mark, sguainò lo spadone a due mani e caricò il paladino, ma Roredrix fu più rapido e gridando tutta la sua rabbia, attirò la sua attenzione, deviò il colpo e lo attirò su di sè.  Il non-morto gridò di frustazione quando il suo spadone scivolò sullo scudo del guerriero, mancando il bersaglio.
- Sei mio, piccolo uomo! - ruggì prima di avventarsi di nuovo sul suo nuovo bersaglio.
Nel frattempo, Mezzanotte, dalla sua posizione, aveva caricato i gruppo ubbidendo all'ordine del suo padrone.  Bryger, il primo che si trovò davanti, venne colpito in pieno e fatto volare contro una parete.  Il nano impattò e l'acciaio della sua armatura stridette con sibili acuti sulla roccia.  Bryger perse per un attimo i sensi, prima che ondate rigeneranti lo fecero riavere, rinvigorendolo ogni secondo che passava.  Il nano balzò in piedi, pregò il Creatore, e con un grido furente caricò il cavallo che lo aveva colpito. 
Se Lùce si era presa cura di Bryger, Ilaria non staccava neppure per un istante gli occhi da Roredrix.  I colpi che arrivavano sul guerriero erano poderosi e in più di un occasione la sacerdotessa era ricorsa alle sue preghiere per rimarginare con rapidità ferite aperte non solo dai colpi diretti, ma anche dagli urti continui che Roredrix stava subendo parando con lo scudo i fendenti del non-morto. 
Due frecce lasciarono rispettivamente gli archi di Yukina e di Wildhoney e con un sibilo colpirono il cavallo non-morto, un attimo prima che raggiungesse il possessore di Thunderfury alle spalle.  La bestia impennò più che per il dolore, che non poteva provare, quanto per la sorpresa di vedere le sue carni aprirsi per effetto dei colpi subiti.  Wayscraper aspettava quel momento per intervenire e lasciando che la magia nutrisse la sua rabbia, gridò il nome del cavallo prima di colpirlo con un fendente micidiale alla pancia esposta e meno protetta dalle bardature.  Il colpo fu terribile: la spada si piantò nel cavallo che perse l'equilibrio, cadendo rovinosamente al suolo.  Bryger evitò la massa della bestia per un soffio con una capriola, ma appena in piedi calò la "Mano di Ragnaross" sulla schiena della bestia, finalmente a portata, fracassandola.
- Ecco le ossa che mi piace abbattere! - poi una runa color dell'oro apparve tutto intorno al cavallo ferito che urlò di dolore. Il suolo era benedetto.
Erebus e Albina, invece, davano supporto al guerriero il primo aprendo ferite con le sue maledizioni sul collo e le braccia del non-morto, cercando di indebolirne la risolutezza e la potenza dei suoi colpi, la seconda scaraventando sfere di fuoco incandescenti contro la sua vittima.  Il non-morto subì l'ennesima palla di fuoco, poi vedendo il suo fedele destriero in difficoltà, fece un balzo in avanti, facendo cadere Roredrix a terra e montò in sella.
- Avanti Mezzanotte! Mostriamo a questi vigliacchi chi sono Attumen e il suo fedele destriero! - e lanciò il suo cavallo contro Roredrix, ancora a terra, tentando di schiacciarlo.  Il guerriero vide gli zoccoli raggiungerlo sul viso, ma uno scudo dorato lo avvolse prima dell'impatto facendo ritrarre la bestia in preda al dolore. Shockwave impose le mani ancora e una ferita alla gamba destra del guerriero cominciò a rimarginarsi.
- Tu!! Sarai la mia preda! - E fece volteggiare la spada in aria mentre indirizzava Mezzanotte verso di lui.  Attumen fece un balzo in avanti superando Bryger, ma le zampe del cavallo iniziarono a muoversi lentamente quando un manto di neve esplose da una trappola lasciata da Yukina che sorrise soddisfatto.  Mezzanotte nitrì contrariato, e fece un altro passo verso il paladino, ma una seconda trappola scattò e decine di vipere verdi, rosse e nere punteggiarono il suolo coperto di neve, arrampicandosi sulle zampe del cavallo e mordendolo in più punti.  Mezzanotte impennò, ma Attumen rimase saldo in sella, pur sbilanciandosi e puntando la spada all'indietro.  Wayscraper non si lasciò scappare l'occasione e spiccando un salto deviò con lo scudo l'arma e calò la spada sul braccio esposto dell'avversario.  La spada recise la mano del non-morto che gridò di sorpresa e dolore, come se ne provasse davvero.  Quindi, il suo grido divenne una risata:
- Le armi sono solo una raffinatezza per un guerriero del mio calibro! - e colpì Wildhoney con un pugno aprendogli una ferita non indifferente, quindi tirò le redini e fece girare Mezzanotte che, appena a portata, scalciò con entrambe le zampe posteriori colpendo al petto Shockwave e spendendolo spalle al muro, qualche metro più indietro.  Lùce fu subito su di lui curandolo con una grande cura rigeneratrice.  Il paladino scosse il capo, riprendendosi e contemplò l'ammaccatura sul pettorale con disappunto.
Ilaria fece brillare le mani emettendo un lampo di luce dorata che raggiunse Bryger proprio quando Attumen provò a colpirlo con un pugno.  La cura rimarginò istantaneamente la ferita aperta dal non-morto premettendo a Bryger di completare la sua preghiera.  Un martello azzurro e percorso da scariche elettriche lasciò la mazza del paladino e raggiunse roteando Mezzanotte colpendolo in pieno muso.  Il cavallo vacillò poi il fianco destro esplose e le ossa del cavallo, sbriciolate dalle maledizioni dell'evocatore, si sparsero nella stanza.  Albina scagliò un'ultima sfera di fuoco, centrando la bestia nelle sue interiora. Mezzanotte strabuzzò gli occhi, poi la luce azzurra nei suoi occhi si spense e il cavallo si accasciò.  Attumen, un attimo prima della capitolazione del suo fedele destriero, gridò di dolore, vero dolore, quindi saltò dalla groppa del cavallo in direzione di Shockwave che, però, era ancora troppo distante.  Roredrix era molto più vicino.  Il guerriero attinse al potere della spada, ed un mulinello di vento avvolse il non-morto, rallentando la sua corsa, quindi la spada di Wayscraper centrò ad una coscia Attumen passandolo da parte a parte.  Il non-morto, perso il piede d'appoggio, cadde in ginocchio.  I suoi occhi azzurri fissarono per un istante quelli risoluti e neri come l'ebano di Roredrix.
- Esecuzione. - ruggì il guerriero e voltandosi per guadagnare velocità, descrisse un arco con Thunderfury, prima di decapitare l'avversario con un fendente letale.

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren

Shockwave

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Re: Stelle cadenti XIII - 12: L'ultima mezzanotte
« Risposta #1 il: Luglio 19, 2010, 05:20:16 pm »
Davvero bellissimo!!!

Grazie Pietro, ottimo lavoro!!!