Autore Topic: Le ali della FENICE XI pt.1  (Letto 1559 volte)

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Le ali della FENICE XI pt.1
« il: Ottobre 09, 2011, 03:18:05 pm »
11. Dove il sole non può raggiungerti.

Il gruppo procedeva compatto lasciandosi alle spalle il muro di roccia crollata. Zapp e Deatharrow stavano per l'ennesima volta ricontrollando lo stato dell'esplosivo nelgli zaini; confabulavano tra di loro ma le espressioni dei loro volti indicavano che tutto era come doveva essere. Restava solo da trovare la loro preda e mettere in atto il loro piano.

Banedon aveva la fronte imperlata di sudore e non era il solo. La temperatura cresceva ad ogni metro.
- E' un caldo dannatamente secco - disse Shieed
- Il posto ideale per loro - rispose Zapp
- Allora meglio stare pronti - disse il paladino stringendo le mani sull'elsa della grande spada che brandiva.

Le caverne arrivavano ora ad intrecciarsi ad intervalli irregolari creando un intricato labirinto. Zapp aveva smesso di disseminare i suoi segnapasso luminosi dal momento in cui erano rimasti tagliati fuori dalla frana. Sarebbe stato inutile ripercorrere a ritroso il percorso per trovarsi in un vicolo cieco.
Numenor camminava fianco di Sarya e la osservava di tanto in tanto: la donna aveva smesso di piangere ma era visibilmente provata dalla situazione. Provava un forte senso di colpa e paura. Li aveva convinti lei a seguirli in quell'impresa, era stata una mera ricerca di gloria...ed ora molti dei compagni erano morti o almeno dispersi.
Il paladino si rivolse a Momor che gli stava vicino - Riesci a sentire qualcosa? Stiamo andando in una direzione sensata secondo te? -
- E' difficile rispondere. Mi trovo molto meglio negli spazi aperti piuttosto che i recessi del sottosuolo. Thorrin saprebbe gestire meglio la situazione e... - si riese conto solo allora che il nano non era più con loro e che non sapeva nemmeno se fosse più vivo. Il silenzio calò fra di loro, Momor procedeva a testa bassa preda della tristezza che il pensiero aveva generato.

Fu allora che si rese conto delle pulsazioni. La copertura biologica che permeava tutte le caverne sembrava infatti pulsare ad un ritmo molto maggiore rispetto a prima. Il cacciatore si accovacciò e toccò il terreno con una mano chiudendo gli occhi.
Uno ad uno i membri del gruppo si fermarono. Banedon, lasciata la testa del gruppo si avvicinò all'elfo.
- Che succede Momor? -
- Il battito di questa cosa - rispose tenendo gli occhi chiusi - è molto aumentato rispetto a prima.
- E' vero - confermò Meushi che stava imitando il cacciatore.
- Si...ma che significa? - chiese Banedon.
Istintivamente tutti si girarono verso Zapp. Il soldato cercò di incrociare lo sguardo di tutti.
- A dire il vero...non lo so. Non è una cosa che è stata riportata nei diari di missione. -
- Pensandoci - aggiunse dopo una breve pausa - potrebbe significare due cose. Le creature hanno aumentato la loro attività e quindi necessitano di più risorse, oppure ci stiamo avvicinando al punto d'origine...al "cuore" di questa cosa. Ma non sono un exobiologist non ne ho la certezza.
- Cacciatori, pensate di poter seguire la traccia? - chiese Numenor
Gli elfi si guardarono, poi Momor rispose - Si, non dovrebbe essere complesso -
- Perfetto, allora riformiamo il gruppo con Meushi e Momor in testa vicino a Banedon. Muoviamoci...prima chiudiamo questa cosa e prima possiamo cercare l'uscita e cercare gli altri. -
Numenor sembrava aver in pugno la situazione, doveva farlo poichè Sarya era ancora in balia dello sconforto. Per quanto lo riguardava la sacerdotessa poteva non aver appreso nulla della scoperta e della strategia appena discusse.
- E' meglio che chi indossa un armatura in metallo stia in testa ed in coda al gruppo - disse Banedon - se davvero ci avviciniamo alla Regina mi aspetto che ci siano dei soldatia  proteggerla.
Wolborg e Shieed si spostarono nelle retrovie assieme a Jendevis. Numenor raggiunse Banedon in testa e nel passare accanto ad Elenid gli sussurrò - Tieni d'occhio Sarya amico, non è in lei. -
L'evocatore annuì e posò una mano sulla spalla del paladino prima di avvicinarsi alla sacerdotessa.

Ancora una volta ripesero il cammino. Per circa venti minuti continuarono a procedere, fermarsi per brevi consultazioni e riprendere. Alle volte le pulsazioni sembravano calare, allora cambiavno direzione e tornavano indietro. Quando invece sembravano aumentare procedevano.

Parlando in elfico Momor sussurrò - Stiamo girando in tondo secondo me. Ma penso di aver capito come questa cosa si comporta. -
- Allora fai strada - rispose Meushi.
Momor fermò per l'ennesima volta il gruppo e cambiò direzione. In pochi minuti si trovarono in un'unica galleria che differiva dalle altre: non aveva intersezioni di nessun genere. Era un lungo tunnel alla cui fine pareva esserci una luminescenza.

- Forse ci siamo - sentenziò il cacciatore
- Allora chiudiamo questa partita!! - disse Banedon digrignando i denti.

*****

Il tunnel, verso la fine, svoltava a destra e da lì parevano provenire la luce ed il calore. La temperatura era ulteriormente aumentata infatti.

Il gruppo avanzava lentamente, cercando di minimizzare ogni singolo rumore. In pochi istanti si ritrovarono a ridosso della curva. Banedon fece cenno loro di attendere, si avvicinò alla parete di destra e strisciandovi contro si sporse fino a poter vedere oltre.

Gli altri restarono indietro osservando il guerriero immobilizzarsi nel momento stesso in cui fu in grado di vedere oltre al curva.

Tutti trattennero istintivamente il respiro attendendo un cenno dal gerriero. Cenno che non arrivò.

Zapp riprese a respirare ed iperventilare: i muscoli delle braccia e delle gambe tremavano vistosamente e le nocche delle mani erano bianche da quanto stringevano la sua arma.
- Cerca di tranquillizzarti amico - gli disse Deatharrow a bassa voce - non sarai di nessun aiuto così. - Zapp parve rinsavire e cercò in una tasca dei pantaloni un altro di quegli stim-pack. Se lo iniettò e poco dopo riprese il controllo.

Nel frattempo Banedon era rimasto esattamente nella stessa posizione.

Numenor gli si avvicinò di qualche passo. - Banedon - sussurrò - Banedon!! Ma che succede? Parlaci! -
Il guerriero staccò la mano dalla parete e fece cenno di avanzare. Tutti si spostarono e Banedon, staccatosi dalla parete, riprese la testa del gruppo che ormai aveva superato la curva.

Davanti a loro si apriva un'ampia stanza semicircolare. Ad intervalli irregoalri dalle pareti fuoriuscivano cascate di lava ed il magma si riversava in un letale ruscello che correva quasi del tutto attorno alla stanza prima di scomparire nel profondo della roccia. Nel muro in fondo alla stanza da uno squarcio nella parete le crature entravano ed uscivano in continuazione saltando senza problemi il magma incandescente. Quando entravano nella fessura della roccia trasportavano degli oggetti simili a uova alte circa mezzo metro.

Ma quello che tolse il fiato a tutti fu la visione di chi occupava il centro della stanza. Una versione gigantesca delle creature tanto indaffarate, alta almeno sei metri con possenti gambe e braccia. Una lunga testa liscia e lucida che, nella parte posteriore, presentava delle creste acuminate molto simili ad una corona.

Era la Regina.

Zapp era pallido in volto, nonostante l'iniezione stimolante di poco prima. Riusciva comunque a non tremare e parlare quasi normalmente - mio Dio!! Una Regina...ed allo stadio adulto. -
- Adulto e fertile direi - aggiunse Jendevis indicando la grande sacca pulsante che dall'addome della regina si estendeva per qualche metro. Una creatura era in prossimità dello sfintere posto alla fine della sacca; dopo alcune contrazioni una delle uova fu riposta al suolo, la creatura la recuperò subito con delicatezza e si avviò verso l'apertura nella parete.
- Da ognuna di qelle cose nasce una di quelle schifezze? - chiese Shieed
- Si...alla fine si. Come accennavo ad alcuni di voi prima, queste creature hanno bisogno di un ospite vivente da poter infettare prima di poter evolvere allo stadio che vediamo di fronte a noi.-
- Vuo....vuoi forse dire come quelli?! - la voce di Kiriany tremava e così anche il braccio sinistro che, ora alzato, puntava verso la parete alla loro sinistra. Sulla roccia

erano presenti una ventina di bozzoli ognuno dei quali conteneva uno degli ospiti di Cui Zapp aveva appena parlato. I bozzoli contenevano l'ospite avvolgendolo completamente dalle gambe fino al torso, tenendo le braccia intrappolate ma lasciando la parte superiore libera. Alcuni degli sfortunati occupanti erano ormai stati consumati dal bozzolo stesso e solo collo e testa rimanevano visibili. Alcuni di quelli non ancora consumati avevano il volto coperto da una piccola creatura simile ad un ragno: con le zampe abbracciava completamente la testa e con la lunga coda si assicurava al collo. Gli ospiti erano di razze diverse, tra quelle che ancora si riuscivano a distinguere c'erano dei goblin, dei draconici precedenti abitanti delle caverne ed umani probabilmente parte dei due gruppi inviati da Theramore e dall'equipaggio della nave di Zapp. Tra gli umani c'erano anche Halliwell, Laren con il volto coperto da una delle creature-ragno e Palladio.

Tale visione lasciò tutti scioccati ma per Sarya fu davvero troppo. Il suo già provato equilibrio psicologico andò in frantumi iniziò quindi a correre gridando verso i bozzoli.

Numenor non fece in tempo a fermarla dato che anche lui era attonito di fronte a tale visione.

- NOOOO!!! NOOOOOOOO!!!! Lasciateli andare!! Sono finiti così per causa mia....CAUSA MIA...ed io li libererò!!! - mentre gridava e piangeva, dalle sue mani partirono globi d'ombra diretti ai bozzoli che imprigionavano i suoi amici.

- Oh mio Dio... - disse Banedon rivolgendo la propria attenzione alle creature che, dall'ignorarli completamente, erano ora tutte rivolte verso di loro. - PRONTI A DIFENDERVI!! - gridò il guerriero infondendo forza ai suoi compagni e portandosi in prima linea.

Le creature avanzavano di corsa verso di loro ed erano almeno una ventina. Quelle al suolo. Infatti dallo squarcio nella pietra iniziarono ad uscire altre creature che procedevano su pareti e soffitto usando tutti e quattro gli arti senza evidenti problemi.

- E' ora dei fuochi d'artificio - disse Deatharrow caricando la balestra con i suoi quadrelli esplosivi - Zapp tu a destra, io a sinistra, gli altri pensino al centro! -
I cacciatori ed il soldato aprirono il fuoco. Le esplosioni della balestra di Deatharrow e dalle granate del fucile di Zapp mietevano vittime su pareti e soffitto sbalzando creature nella lava sottostante ed al centro della caverna.

Nel frattempo la prima linea stava combattendo con l'avanguardia delle creature, Banedon e Numenor stavano tenendo a bada una decina di creature mentre Shieed e Wolborg assestavano colpi letali. Jendevis in forma d'orso copriva il fianco destro fermando altre quattro creature mentre Elenid e Deathspike li bersagliavano con incantesimi arcani e globi di fiamma.

Meushi e Momor dividevano i loro attacchi tra i gruppi in mischia e quelli che si stavano avvicinando di corsa.

Kiriany era l'unica curatrice del gruppo e con un enorme dispendio di energie cercava di distribuire gli incantesimi di cura e protezione su tutti coloro che necessitavano. La paladina era attorniata da una potente luce ed un paio d'ali dorate erano apparse sulla schiena e chiaramente visibili. Sapeva che la vita di tutti loro dipendeva dalla sua riuscita e la maledetta situazione che attenuava i risultati delle cure in quel luogo di certo non l'aiutava. Shieed e Numenor di tanto in tanto aiutavano, ma i loro sforzi erano richiesti altrove.

Sarya avrebbe potuto aiutare, ma la sacerdotessa continuava ad attaccare i bozzoli incurante dell'inferno che l'attorniava e delle tre creature che avanzavano verso di lei.
Numenor invece si rese ben conto di cosa stava per accadere - Sarya...SARYA!! Attenta, dietro di te!! - ma la donna non lo ascoltava. Fu allora che il paladino ruppe le fila e con uno scatto corse verso di lei.
- No Nume, aspetta!!!! - gridò Banedon. Due delle creature in mischia seguirono il paladino, ma le altre approfittarono del nuovo varco per arrivare alle retrovie. I compagni animali dei cacciatori iniziarono allora a d attaccare e proteggere i propri padroni. Arcas, Azalin e Fang si avventavano sulle creature con artigli e morsi. Deathspike fu colpito in pieno petto dalla coda di una delle creature e fu sbalzato contro una parete. Rialzandosi notò alcune rocce a terra che emettevano uno strano bagliore molto simile a quello rivelato dall'incantesimo il giorno prima, con un movimento rapido raccolse una manciata di quelle pietre e le infilò in una tasca della tunica.

Le tre creature intanto furono addosso a Sarya che si accorse in quel momento dell'attacco. Con un grido la donna si accovacciò a terra schivando un'artiglio di uno degli attaccanti. A quel punto Numenor fu a loro portata e si pose come ultimo baluardo tra la donna ed i mostri.
- Ci sono io Sarya...li tengo a bada, torna verso il gruppo....ora! -
La sacerdotessa si alzo in piedi tremando vistosamente ed in lacrime, ma non si allontanò dal paladino....si fece anzi più vicina. Troppo vicina, alla portata di una delle cinque creature che Numenor stava gestendo. Un colpo d'artiglio la colpi giusto alla base del collo aprendo tre profondi squarci; la donna si accasciò all'istante.
- NOOOO!! - gridò Numenor voltandosi verso di lei e restando del tutto indifeso agli aggressori, i quali non attesero un istante a sferrare attacchi fatali.

Il paladino in lacrime stava osservando l'amica riversa al suolo in una pozza di sangue e quasi non si accorse del colpo che gli fece volare via l'elmo. Numenor rinsavì allora e cercò di risollevare lo scudo, ma il braccio sinistro non rispondeva. La spalla infatti era stata bersaglio di un fendente e grondava ora sangue lasciando braccio e scudo del tutto inutilizzabili. Il paladino fu allora sbalzato a terra dalla massa delle creature le quali in breve eliminarono il difensore umano.

Nelle retrovie Kiriany aveva seguito la scena in tutto e per tutto, con le lacrime che le solcavano il volto, non aveva avuto nemmeno il tempo di gridare tanta era la fatica per cercare di ridare energia vitale ai suoi compagni. Gli schizzi di sangue delle creature infliggevano danni considerevoli all gruppo. Alla lunga combattere a quel modo avrebbe decretato la loro fine.

Anche Banedon e gli altri erano giunti alla stessa conclusione. Soprattutto quando dalla feritoia nella roccia alle spalle della Regina iniziarono ad uscire altre creature. Una quarantina almeno.

"E' la fine" pensò Banedon "Ma non me ne andrò qui in ginocchio...venderò cara la pelle". Finito questo pensiero Banedon inspirò profondamente ed emise un urlo di battaglia terrificante. Per un istante le creature attorno parvero ritrarsi intimorite, questo consentì al guerriero il minimo vantaggio per portare di fronte a sé il suo possente scudo e caricare. Jendevis a fianco a lui fece lo stesso, si alzò sulle zampe posteriori svettando in tutta la sua altezza e ruggì ferocemente. Aprendo le zampe anteriori in un letale abbraccio si lasciò cadere in avanti e caricò a sua volta.

In quell'istante la terra iniziò di nuovo a tremare.

*****