Autore Topic: Le fiamme del passato (VII) - 8: Tuffi al cuore; 9: Attesi  (Letto 2062 volte)

Sceiren

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Le fiamme del passato (VII) - 8: Tuffi al cuore; 9: Attesi
« il: Novembre 25, 2009, 06:22:14 pm »
Benvenuti a Blackwing Lair!

8
Tuffi al cuore


Le ombre deformi proiettate dalle lanterne che pendevano dal soffitto per mezzo di pensanti catene combattevano lungo le pareti del corridoio di ingresso. Il fragore della lava tuonava in ogniddove.  Zolfo e cenere rendavano quasi impossibile respirare senza essere spezzati in due da tosse e conati improvvisi.  Era l'ingresso nelle Montagne di Blackrock, ma pareva l'anticamera dell'inferno stesso.  Ilaria, stoica, restava dritta impettita e con una multitudine di preghiere rivolte ai vari membri della spedizione, rendeva, per quanto in proprio potere, meno pressante la sofferenza della discesa.  Tuttavia, avendo scelto di proteggere prima il gruppo e poi sè stessa, più volte aveva trattenuto a stento un colpo di tosse che avrebbe, senza dubbio, annullato gli effetti positivi della sua preghiera.  Come lei, anche July e Whitescar facevano del proprio meglio, in particolare il nano, più avvezzo degli altri due a quel genere di condizioni ambientali.  Persino Albina e Pain erano provati, per non parlare degli elfi.  Roredrix, si era strappato una striscia dalla sua maglia e, dopo averla bagnata, se l'era assicurata sul viso, all'altezza di naso e bocca.  Lui era la punta di diamante della formazione, non poteva avere cedimenti.  Wayscraper aveva fatto altrettanto e dopo i due guerrieri, in molti avevano trovato soluzioni analoghe. 
Tuttavia non era semplice abituarsi: la gola era raschiata dalle esalazioni sulfuree che riempivano il passaggio e il fumo rendeva anche solo orientarsi complicato.  Erano tutti novellini in terra ostile.  Sceiren afferrò Antera in preda a spasmi dovuti alla tosse: la vecchia maga sembrava un fuscello scosso da una tempesta... L'elfo si chiese se quella follia avrebbe potuto avere un lieto fine. I dubbi si moltiplicavano nella testa ad ogni passo verso il centro del passaggio. 
Nascosti nelle ombre, poco dopo i due monoliti guardiani, Lore, Zigho e Shaday scrutavano ingresso e sentiero: non potevano permettere che il gruppo venisse sorpreso alle spalle, soprattutto così vulnerabile.
- Ascoltate! - Selune gridò per farsi sentire dai più vicini. Il messaggio sapeva sarebbe stato riportato anche a coloro che a causa del fragore non avrebbero potuto sentirlo direttamente - Oltre quella svolta saremo in territorio nemico. Gli orchi sono meno presenti, da qualche anno, tuttavia dovremo stare in guardia! Passeremo sulla sinistra del lago di lava, ci arrampicheremo sulla Grande Roccia e passeremo sul sentiero alle sue spalle per poi saltare sulla balconata, proprio come facevamo un tempo. Tutto chiaro? -
I primi annuirono e poi partì la staffetta per trasmettere fino alle retrovie la strategia.
Il rombo di tuono delle molteplici cascate di lava soppiantò le parole e una sorta di naturale frastuono tornò a rimbombare nella grotta.
Nessuno aprì bocca mentre il corridoio scavato nella roccia si apriva in un ambiente gigantesco e surreale.  Dai nani agli elfi, nonostante la zona fosse in territorio ostile, nessuno riuscì a negare un'occhiata a quello spettacolo maestoso: un immenso lago di lava occupava il centro della grotta che verso l'alto, così come verso il basso, si allargava per decine di metri.  Cascate di lava incandescente sgorgavano verso il basso, perdendosi in fumi e vapori dalle tinte vermiglie.  Al centro del lago di lava, si ergeva una struttura circolare collegata all'anello esterno dove si trovava adesso il gruppo con catene le cui maglie erano grandi due volte un uomo. 
- Quelle catene potrebbero inchiodare al suolo un titano... - pensò tra sè e sè Hytu.
- Dove portano? - chiese Mamiya all'elfo poco distante.
Nanael fissò la struttura al centro, poi si voltò verso Mamiya per rimproverarlo: Selune aveva dato un ordine ed era un ordine saggio... poi ripensò a quanti erano e di come erano armati e ci ripensò: - Portano nelle profondità delle montagne.  Un labirinto di cunicoli scavati dai nani del passato... evidentemente troppo avidi per fermarsi al primo giacimento... -
Il prete si asciugò gli occhi arrossati dalla fuliggine, poi annuì e tossendo si voltò verso sinistra.  La Grande Roccia doveva essere caduta dalla volta del soffitto ere prima ed ora altro non era che una sorta di passaggio per raggiungere una delle gigantesche catene che collegavano le due strutture.
Roredrix, Selune e Wayscraper, seguiti da Sceiren, Ilaria e July erano ai piedi del macigno e stavano per inerpicarvici.  Il momento peggiore era saltare giù, sul sentiero un metro più basso della catena, il sentiero scavato da un gruppo di straordinari soldati al servizio delle capitali dell'Alleanza.
Erano i migliori nelle loro specialità, i campioni di ciascuna razza libera di Azeroth, eroi che si erano contraddistinti nella lotta all'Orda e che, uniti negli ideali e negli intenti, avevano fondato una confraternita volta alla battaglia contro il male.  Proprio perchè rappresentavano la fusione di razze diverse sotto uno stendardo comune, presero il nome di Uniti o, nel linguaggio arcaico, United.  La confraternita United per prima aveva oltrepassato quei monoliti, sterminando gli orchi che li custodivano, per affrontare le terribili creature che vivevano nelle viscere della montagna e si attribuiva a loro il sentiero che permetteva l'accesso alle aree che presto avrebbero dovuto espugnare.  La United era una leggenda... purtroppo... ormai solo questo.
Uno ad uno i membri della spedizione, con l'aiuto di vari incantesimi di levitazione, superarono la Grande Roccia, saltarono giù dall'anello della catena più vicino al passaggio per oltrepassare il sentiero che cingeva la montagna tutto intorno fino ad una balconata che un tempo affacciava sul lago di lava. Ora era soltanto l'ingresso a labirinti che si allungavano nelle viscere della terra.  Appena alle spalle della balconata, un sentiero si perdeva in un vortice di luce bluastra. Un portale. 
Selune lanciò un'occhiata appena a quell'ingresso con un misto di timore reverenziale e nostalgia, poi si voltò a destra e fissò il corridoio che si allungava verso la sua meta.  Stringendo bene la sua arma, una potente mazza incantata appositamente per lui dai nani di Dun Murogh, si avviò seguito dal gruppo. Gli orchi presidiavano spesso quella tratta di sentiero, almeno un tempo. 
Al centro del gruppo, alla sinistra di Bryger, avvolta nelle ombre del passato, Lùce non tradiva alcuna emozione o cedimento.  Quel luogo aveva rubato la sua vita e, contestualmente, gliene aveva regalata un'altra, opposta, per molti versi speculare alla prima, come il giorno e la notte, come il sole e la luna, come la vita stessa e la morte.  Tuttavia, al paladino che le stava accanto, non sfuggiva nulla di quell'espressione apparentemente così immutabile.
 Bryger era consapevole della tempesta che si stava scatenando nel cuore della sua compagna e temeva cosa sarebbe potuto accadere nella sala poco distante, quando il passato si sarebbe ripresentato indossando il presente con tutto il suo dirompente potere.  Era stato mandato per questo del resto: per sorvegliarla, per controllarla, per assicurarsi che Lùce non perdesse il controllo, perchè in tal caso sarebbe stata sua la responsabilità e quindi suo l'incarico di porre fine a quel dolore.  Le mani del paladino strinsero la sua arma leggendaria: tutto sarebbe andato per il meglio, a qualunque costo.
Chi invece non la pensava così era Roredrix.  Il guerriero in prima linea avrebbe affrontato le orde di orchi di Blackwing Lair da solo, se questo avesse avuto il potere di allentare quella morsa che gli impediva talvolta anche di respirare, tuttavia non vi era cura per il morbo che lo affliggeva.  Lùce non era la stessa, non poteva esserlo: Lùce, la sua Lùce, era morta anni orsono proprio in quella grotta, e questo era un fatto innegabile con il quale avrebbe dovuto venire a patti prima o poi. La sacerdotessa che lo seguiva qualche metro più indietro non era la stessa persona, ma solo l'ombra di essa. 
Eppure, nonostante la sua ragione continuasse ad ordinargli di concentrarsi sulla minaccia che magari lo attendeva nell'ombra della prossima svolta, il suo cuore continuava a dettar legge, costringendolo a pensare e pensare e pensare... al passato, al futuro... a ciò che era e avrebbe desiderato continuasse ad essere.  Rore sapeva che allora non era stato in grado di salvare la vita alla sua amata, ma questa volta, anche se le condizioni tra loro erano diverse, sarebbe morto pur di non lasciare che l'evento si ripetesse.  Thunderfury, come percependo l'ira che era improvvisamente esplosa dentro il suo padrone, rilasciò una vampata di potere ed una cascata di scintille mosse in un mulinello di vento e luce avvolse per un attimo il guerriero. 
Pantheoni e gli altri che non avevano mai visto quell'arma in azione non poterono non riconoscere la letale bellezza di quello spettacolo. 
Poi le scintille si dispersero, soppiantate dalle ombre.

9
Attesi


Le mani del paladino si illuminarono di una calda luce dorata.  Il fragore della sala lasciata alle spalle era scemato in eco lontane, superate ora dalla nenia di evocazione che avrebbe attivato il portale.  Non era possibile accedere a Blackwing Lair con metodi convenzionali, ma solo attraverso l'attivazione di quell'accesso, bloccato magicamente con un sigillo che poteva essere temporaneamente inibito solo grazie ad un rituale ben preciso ed alla chiave: una pietra di thorium incantata dai potenti maghi della torre di Stormwind.  Erano lasciapassare consegnati solo ai più meritevoli dalla gilda dei maghi su autorizzazione diretta del reggente della capitale. Di fronte a Selune, una sfera scura su di un treppiede scavato nella roccia.
Intorno a lui i più curiosi (tra cui in prima fila Tempesta e Soncritters che, sfruttando la propria statura, erano riusciti a sgattaiolare quasi tra le gambe del capogruppo) osservavano l'attivazione del portale, mentre i veterani, tenevano sott'occhio il sentiero alle loro spalle: non si era mai abbastanza prudenti.
Selune intonò la parte conclusiva dell'evocazione, poi allargò le braccia prima di imporre entrambe le mani sulla sfera.  La polvere depositata venne scossa da un fremito, poi, un lampo di luce azzurrina saettò dal centro della sfera sfondando la veste di polvere e zolfo che incrostava la superficie. 
Il paladino annuì, quindi tolse le mani permettendo alla luce di inondare l'ambiente.
- Rore, July. Voi sarete i primi. - sentenziò, quindi si appoggiò alla parete per riprendere fiato.

                                                                           * * *

La soffiata era corretta. Presto avrebbero banchettato e tutto senza spendere nemmeno una moneta di rame per l'informazione! Quella strana femmina doveva avere più di un conto in sospeso con loro se li aveva venduti senza chiedere nulla in cambio, se non la certezza della vittoria e quella non era in discussione.
Grag il furente si passò la grossa mano sul mento, soffermandosi sull'unica zanna che da sotto il labbro saliva quasi fino all'occhio sinistro. 
Quell'elfa dalla pelle blu come il cobalto aveva assicurato che i membri dell'Alleanza che la sera prima si erano riuniti a Thorium Point erano tutti ricchi e portatori di armi degne di essere razziate.  Umani, gnomi, elfi... persino qualche nano.  Sarebbe stata una gloriosa vittoria per il suo clan.   
- Capo, io e i miei figli siamo pronti! - biascicò Occhi Gialli al suo signore.  Grag annuì compiaciuto: con la famiglia di quel bifolco aveva messo insieme quarantasette orchi ed uno sciamano.  L'Alleanza non avrebbe avuto scampo. 
- Grag è sicuro di volersi fidare? - chiese con voce profonda il possente sciamano avvicinandosi al capo clan.
- Cosa vedono le tue ossa? - chiese di rimando Grag seguendo con lo sguardo la moltitudine di collanine magiche che circondavano il collo del suo interlocutore, trattenendo a stento l'impulso di staccargli la testa dal collo per aver messo in discussione la sua autorità.
Lo sciamano annuì gravemente, poi estrasse dal sacco di pelle che portava alla vita le ossa sacre e le lasciò cadere.  L'orco sollevò il labbro mentre fissava i segni descritti dalle ossa; infine, raccolto il tutto, si rivolse a Grag mostrando le zanne in una sorta di rozzo sorriso.
- Una vittoria per il clan. L'elfo dai colori del cielo e dalle vesti d'oro non è ostile agli orchi. -
Grag piantò i piedi in terra e esplose in una terribile risata che echeggiò nella vasta pianura.  Poi dette l'ordine: era tempo di combattere.

"Non c'è limite alla stupidità della superstizione insita negli orchi: basta una buona vista, essere celati nell'ombra e saper usare la mente per muovere quei raccapriccianti resti di chissà quale sfortunata creatura per influenzare la volontà di decine e decine di essi." 
L'elfa, nonostante l'arido territorio, perfettamente a proprio agio, si sollevò il cappuccio dorato sul capo.  Il suo lavoro lì era finito.  Era meglio tornare alla base. Non avrebbe lasciato superstiti, alle sue spalle, se qualcuno l'avesse individuata, fosse questi della propria o dell'altrui fazione.
Non voleva essere costretta a lasciare dei morti, ma non avrebbe avuto alcuna esitazione se avesse dovuto estrarre la sua spada dalla lama di luce dal fodero: la sua missione era troppo importante e la segretezza ne era parte integrante.

                                                                                 * * *

Zigho fu il primo a sentire il tremolare della terra sotto ai suoi piedi.  Non era nulla di preoccupante, almeno apparentemente, ma rappresentava una novità.  Secondo i suoi calcoli ci sarebbe voluta almeno una ventina di minuti per permettere a Selune di aprire il portale e far passare tutti dall'altra parte.  Una volta che l'ultimo fosse stato teleportato dall'altra parte, la sfera avrebbe mantenuto aperto il passaggio per pochi minuti. A quel punto, Zaltar lo avrebbe contattato con uno dei suoi mirabolanti ed inutili (salvo quel caso) incantesimi di richiamo.  Meglio di niente.  Poi quel tremolio sotto ai piedi.  L'elfo mise a fuoco Shaday e tra le ombre vide la pantera acquattata, pronta a balzare contro l'eventuale minaccia. Le orecchie del predatore si muovevano come alla ricerca di un particolare che non riusciva a cogliere.  Poi si voltò e vide Lore che annuiva serio: arrivava qualcosa da Nord. 

                                                                                * * *

I nani della Fratellanza del Thorium dovevano aver fatto il loro lavoro come al solito, maledetti mercenari.  Grag avrebbe preferito banchettare con qualche cavallo, dopo la battaglia, ma fuori dall'ingresso al Ventre Infuocato non vi era altro che qualche residuo di tracce e escrementi, nulla di più.  L'orco sputò a terra, poi passò un dito sulla lama della sua ascia per constatarne il filo: affilata a dovere. Bene.  Con passo sicuro scese dalla collina dalla quale stava tenendo d'occhio la situazione e seguito dal suo piccolo esercito, dapprima al passo, poi sempre più rapidamente fino a correre, si precipitò contro i monoliti di pietra.

                                                                                 * * *

Lòre non fece discussioni: voltò le spalle all'ingresso e uscito dalle ombre cominciò a correre a rotta di collo verso il resto del gruppo: un'orda di orchi incombeva e in pochi secondi li avrebbe raggiunti.  Dietro di lui, Zigho dopo una rapida valutazione, aveva convenuto che una ritirata strategica fosse più logica.  Pochi attimi dopo il fragore della lava venne affiancata dalle urla di battaglia degli orchi!
- Via!!! - gridava Lòre per avvertire il resto del gruppo.  Shaday nel frattempo con balzi felini raggiunse i due compagni, superandoli.  Dovevano avvisare gli altri, ormai non c'era più tempo.

Pantheoni mise le mani sulla sfera.  Un formicolio partendo dai polpastrelli si diffuse dagli avambracci fino al collo, le spalle, a tutto il corpo.  Poi un lampo di luce azzurrina lo travolse avvolgendolo.  Il prete scomparve e la sfera, dapprima quasi abbagliante, tornò al suo colore originario.
- Ok, direi che possiamo andare anche noi. - Disse Sceiren a Zaltar.  Barrentrak e Yukina annuirono, così come Mamiya, Imoterius e Ruggine. 
- Andate, io passo per ultimo, devo avvisare Zigho e gli altri di... - le parole rimasero nella gola del mago perchè come una eco sempre più vicina lo aveva raggiunto con una prolungata, infinita, "A".
Anche Ruggine si voltò verso il corridoio e ancora:
- Iiiiaaaaaaaaaaaa! -
- Credo sia meglio cominciare a muoverci... - sussurrò Imoterius, poi tutto divenne chiaro: come tre saette Zigho, Lòre e Shaday sbucarono dal corridoio.
I gesti di Lòre erano inequvocabili.
Sceiren vide la scena come al rallentatore: Zigho che svolta l'angolo superato da Lòre, le sue mani che si muovevano scacciandoli verso la sfera, un'orda di orchi urlanti come un fiume in piena inseguire i suoi amici.   
- Maghi! In linea! Contenimento! - gridò Sceiren.
Imoterius, Zaltar, Sceiren e Ruggine si disposero in linea. Imoterius piantò il suo bastone magico nel terreno e cominciò ad attingerne il potere; Sceiren sfiorò l'elsa della sua spada prediletta e lasciò scorrerne il potere nelle sue vene.  Ruggine estrasse il pugnale e lo puntò verso gli orchi mentre Zaltar afferrò l'asta magica che aveva assicurata dietro la schiena con entrambe le mani e una barriera di ghiaccio trasparente lo avvolse.  Un gruppo di orchi allungò  il passo e con una corsa inverosimile quasi raggiunse i tre fuggitivi, ma non erano i soli a fruire della magia: all'unisono i quattro maghi esplosero in una singola sillaba e al posto di quattro giganteschi orchi guerrieri inferociti, comparvero in uno sbuffo di fumo una tartaruga, una pecora, un pinguino ed un maialino.  I quattro animali disorientati presero a guardarsi intorno prima di venire travolti dal resto del clan.
- Giù! - gridò Yukina che nel frattempo aveva incoccato due frecce.  Il cacciatore sorrise e pronunciò un incantesimo proprio mentre rilasciava la corda del proprio arco. Zigho riconobbe quell'incantesimo così trattenne il fiato e balzò in avanti in una capriola.  Lòre, invece, colta con la coda dell'occhio la pantera, scattò di fianco, afferrò Shaday per il pelo ed evitò la pioggia di frecce scagliata da Yukina passando sotto la pancia dell'amico e ricominciando a correre dal lato opposto.  Altri orchi caddero rallentando l'avanzata. 
- Veloci! - gridò Barrentrak poi mise la mano sulla sfera e scomparve.  Zaltar puntò il bastone verso l'alto e una pioggia di ghiaccio esplose nel corridoio, abbassando drasticamente la temperatura e creando un pantano infernale di acqua e zolfo che rallentò l'avanzata degli orchi.
- Ottimo tempismo, Sceiren! - disse Imoterius contemplando lo spettacolo che avevano scatenato.
- Devo prenderti sul serio?! - Rispose l'elfo sorridendo.  Poi, in risposta, i due scattarono verso la sfera e schiacciarono contemporaneamente la mano sulla sua superficie, scomparendo all'unisono seguiti da Shaday e Zigho.


« Ultima modifica: Settembre 08, 2010, 09:32:14 am da sceiren »

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren

Kimmolauz

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Re: Le fiamme del passato (VII)
« Risposta #1 il: Novembre 26, 2009, 08:51:31 am »
Bello......

la fine mi è piaciuta tantissimo!!! :mafia: :mafia: :mafia: :mafia:

A life for hunt...an hunter for life!  -  "Elune be with you"

Shockwave

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Re: Le fiamme del passato (VII)
« Risposta #2 il: Novembre 26, 2009, 01:42:06 pm »
Davvero notevole!! Bellissimo come gli altri lavori Pietro!!

Zigho

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Re: Le fiamme del passato (VII)
« Risposta #3 il: Novembre 26, 2009, 03:59:34 pm »
O Pietro, ma lo sai che in effetti me li sto leggendo anche io i tuoi racconti. E la cosa straordinaria è che li leggo con gusto senza sganasciarmi dalle risate...

 :grin: