16
Una vittoria nera come l'ebano
"Rosso come le fiamme del cuore colmo di vendetta
Nero come l'ira più cieca che segue la disfatta
Nel silenzio della torre, tra le grida della forgia
e' il guardiano dell'inferno, il signore della bolgia.
Chi lo attacca non ha scampo se lo affronta con coraggio
no, non conta il suo valore, i suoi natali o il suo retaggio
Come il giorno non perdura oltre il sorger della luna
l'equilibrio è la chiave, l'unica vera fortuna"
Nanael aveva letto quei versi più e più volte nelle ancestrali biblioteche di Darnassus prima di partire, quando aveva saputo la destinazione. Erano versi antichi e criptici, ma che al loro interno si diceva custodissero la chiave per poter sconfiggere un nemico formidabile come il drago che stavano per raggiungere. Aveva sperato che l'Oracolo non chiedesse loro di affrontare proprio quell'avversario, ma quando aveva accennato all'ebano, ogni dubbio era sfumato e ora come non mai era grato alla sua prudenza ed alla sua sete di conoscenza che mai, come in quell'occasione, avrebbe fatto la differenza, se avesse compreso il senso di quei versi.
- Nanael, stai bene? - Barrentrak conosceva troppo bene il suo compagno di viaggio per non accorgersi che qualcosa lo impensieriva.
- Perchè? - rispose assorto nelle sue meditazioni l'elfo.
- Nulla, solo che da quando Yukina si è rimesso sei diventato estremamente silenzioso. Voglio dire, non è da te metterti in disparte, eppure lo stai facendo. Anche Mamiya se ne è accorto, ma è ancora molto stanco e non se la sentiva di venire a chiederti cosa non andasse, ma io sto bene e i tuoi silenzi mi preoccupano più del ciccione senza testa che abbiamo lasciato là dietro. -
L'elfo infastidito allungò di un passo poi si voltò verso l'amico:
- E' una mia responsabilità, Barrentrak, devo riflettere. - e raggiunse Selune e Roredrix in cima al gruppo.
* * *
- Ti vedo bene, deve essere quest'aria, forse giova alla pelle. -
Antera lanciò un'occhiataccia al marito di fianco a lei, poi rise di cuore come non le succedeva ormai da parecchio tempo. Era vecchia, era malata, era alla fine del viaggio e questo peso se lo portava dietro ormai da parecchio tempo. Il pensiero di lasciare marito e figlio soli la distruggeva e non importava quanto sapesse di magia e quanto ai tempi fosse stata temuta, ormai era una vecchia madre sull'orlo del baratro. Si era chiusa in se stessa, aveva allontanato persino Illentar in alcuni frangenti, tant'è che Sceiren aveva dovuto chiedere aiuto ad una sua vecchia conoscenza, Gàia, che aveva ricambiato subito il debito nei confronti del mago. Sceiren l'aveva sempre considerata un'amica, ma Gàia, oltre a quel legame, si sentiva vincolata al mago da quando questi l'aveva salvata, anni prima, nelle pericolose lande di Silithus. E un debito di vita è un debito che non poteva essere spezzato, soprattutto per un elfo, praticamente immortale. Così aveva mollato i suoi studi, era stata bandita dall'accademia druidica di Darnassus, aveva preso la prima nave in partenza dal porto di Theramore per Merethil Arbor ed aveva detto addio alla sua terra natia. Antera non poteva immaginare, in principio, quanto fosse costato alla giovane elfa Sceiren, ma come spesso lo stesso Sceiren le ricordava, gli elfi sono famosi per i loro segreti. Poi quel barlume di speranza, quel racconto in principio ritenuto ridicolo e poi divenuto la sua unica ragione di vita, dopo suo figlio: l'anello della giovinezza e la fine di un incubo.
Ora era a pochi passi dal custode della sua stessa vita, un drago, secondo quanto sapeva suo marito, un drago formidabile. Non poteva non pensare alle implicazioni di quella definizione: quante vittime per salvare lei dalla normale conclusione di una vita ormai agli sgoccioli.
- Antera, non pensarci. - Sceiren non aveva bisogno di sentirla parlare, ormai, era come se i suoi pensieri fossero legati ai propri.
- E se non funzionasse? -
- Vorrà dire che avremo raccolto elementi per una nuova favola per Illentar, se non altro, ma vedrai, non temere, funzionerà.
Fin'ora le informazioni della zingara si sono dimostrate tutte veritiere, perchè proprio questa non dovrebbe esserlo? Mi servi in forze, per quest'ultimo scontro, Antera, Ebonroc non resterà immobile mentre noi cercheremo di rubare il suo tesoro alla ricerca dell'anello. E' un drago, del resto, e i draghi non prendono di buon occhio i ladri. -
- Non solo loro credo...-
- Appunto, coraggio cara, ci siamo quasi. Fin ora te la sei cavata egregiamente, non cadere proprio ora su dubbi che, come ti ho spiegato, non hanno motivo di esserci. Tutti noi siamo qui per scelta, non per dovere. Non hai responsabilità si quanto accaduto e accadrà. -
- Forse... -
- Andiamo, concentrati e non pensare ad altro.-
- Come ai vecchi tempi? -
Sceiren ci pensò su un attimo: - No, come quelli che verrano. -
* * *
Una cosa che aveva imparato in anni e anni di avventure era che nulla poteva essere potenzialmente più pericoloso di un capo preso dai dubbi e nelle profondità della tana di Nefarian, in terreno ostile, così vicino ad uno dei draghi più potenti al mondo, non poteva lasciare Nanael ai suoi pensieri.
- Allora ci siamo, pronto all'impegno? -
Nanael non rispose: fissava una maestosa scala di marmo scuro che portava al livello superiore.
- Nanael, permettimi di essere chiaro. Hytujaram ha garantito per te e i tuoi compagni e fino a questo momento la tua fama è stata pari alle tue azioni, ma ora non sei solo, non sei da solo con Mamyia, Barrentrak, Yukina e Ruggine, questa non è la tua spedizione... come del resto, ormai non è più solo la mia. Ogni tuo problema è un mio problema perchè si rifletterà non solo su te e i tuoi ma anche su di me e i miei ragazzi, così ti chiedo, cosa ti turba? -
L'elfo fissò il paladino quasi per fronteggiarlo.
- "Chi lo attacca non ha scampo se lo affronta con coraggio, no, non conta il suo valore, i suoi natali o il suo retaggio. Come il giorno non perdura oltre il sorger della luna l'equilibrio è la chiave, l'unica vera fortuna". Ecco cosa mi turba Selune, non so dare una risposta e questi versi possono esserci di aiuto. So che lo sono. Volevi sapere cosa mi turba? E va bene, mi turba, paladino, non avere la risposta alla domanda che mi farai, alla domanda che mi faranno tutti là dietro. Non so come affrontarlo! Soddisfatto? -
Selune sorrise, afferrò le spalle dell'esile elfo e lo fissò dritto nei suoi occhi verdi: - Benvenuto nel gruppo, amico mio. Ora lascia che ti aiuti a risolvere questo problema e torniamo a casa. -
* * *
Roredrix lasciò lo zaino a terra. Ne estrasse la borraccia e bevve un sorso d'acqua, l'acqua cristallina del lago poco distante da Goldshire, amava quell'acqua, non partiva mai senza. Gli dava forza bere l'acqua di casa sua, forza e coraggio per le sfide che in qualità di punta di diamante della formazione da sempre era solito condurre. Aveva chiesto a Sceiren di portarne quando aveva confermato la sua presenza ed ora era pronto per la battaglia più dura. Il respiro roco della creatura arrivava fin lì, era vicina, e forse sapeva di loro. L'avrebbe dovuta caricare e raggiungerla prima che avesse l'opportunità di soffiare.
Accanto a lui, Wayscraper e Barrentrak si stavano preparando a loro volta al loro compito. Era la prima volta che sarebbero stati fianco a fianco e tenuto conto la criticità del loro ruolo, secondo le indicazioni dei due capi spedizione, la coordinazione sarebbe stata indispensabile e fondamentale.
Erano pronti, tutti.
- Molto bene, secondo le informazioni di Nanael, Ebonroc va affrontato come nessun altro fino ad oggi: Rore, tu Way e Barrentrak dovrete far in modo che il drago non ci concentri su nessuno di voi tre in particolare, come l'alba non si sofferma sul mondo mai più del necessario e cede il posto alla notte, al momento opportuno. Non vi ripeterò cosa accadrà qualora non riuscirete a coordinarvi, perchè immagino ne abbiate una chiara idea. Noi vi copriremo da dietro. Forza e onore, amici miei, e portiamo a casa anche questa vittoria. -
- SI!! FORZA E ONORE! - gridò Roredrix alzandosi in piedi e stringendo Thunderfury. Poi prese la pozione che aveva pronta per l'occasione e ne trangugiò metà del contenuto prima di passarla a Wayscraper che ne bevve il resto. Barrentrak aveva provveduto autonomamente.
- FORZA E ONORE! - Fece eco al guerriero Wayscraper pervaso da una rabbia incontenibile.
- SI'! Per Stormwind! - ringhiò Barrentrak e in linea con gli altri due, iniziò a correre.
* * *
Ebonroc non si mosse abbandonando il suo covo e i suoi tesori: sapeva che stavano arrivando ed era pronto. Avrebbe banchettato con carne fresca quella notte e avrebbe arricchito la sua collezione di preziosi con le armi delle sue vittime. La magia che le pervadeva lo stuzzicava.
Così quando i tre guerrieri svoltarono l'angolo seguiti dal resto del gruppo rimase immobile, spalancò le fauci e lanciò il suo ruggito nei cunicoli di Blackrock Spire.
- Ora sei mio! - urlò Roredrix ed attinse alla sua rabbia nel pronunciare quel grido. Ebonroc si ritrasse un attimo, fissò la sua prima vittima e scattò in avanti. Roredrix immaginava quella risposta e così puntò lo scudo verso l'avversario e attingendo alla sua magia lo rese un muro impenetrabile. Ebonroc ringhiando calò l'artiglio destro contro trovando una fortezza inespugnabile ad attenderlo. Rore aveva pochi secondi prima che la magia finisse il suo effetto protettivo, così scagliò Thunderfury aprendo una ferita nella zampa del Drago.
Selune, da dietro alzò la mano pronto per dare il segnale di far fuoco a tutti ad arceri e maghi.
- Pronti! - gridò Ilaria: Roredrix stava per esporsi.
- Adesso! - disse Selune calando al mano e dando il segnale. Ebonroc fu bersagliato istantaneamente da una pioggia di frecce e di dardi magici. La testa del drago saettò sulla destra per poteggersi poi fissò con sguardo furente Selune.
Roredrix colse l'attimo e saltò a sinistra avvolto in uno scudo dorato e con una capriola si allontanò dalla portata della creatura e subito Wayscraper si piazzò al suo posto, si bilanciò e gridò con tutta la forza della sua rabbia:
- VOLTATI, maledetto! Sono io il tuo avversario! Combatti! - Ebonroc non lo lasciò finire e con una rapidità sorprendente per una creatura così grande si voltò su se stesso facendo schizzare la sua coda verso il guerriero. L'estremità della coda, terminante in una escrescenza piena di aculei affilati, si abbatté contro lo scudo del guerriero che dovette arretrare per non venir sbalzato via.
- Eccomi! - urlò Bryger sollevando la sua "Mano di Ragnaros" e calandola con forza sulla coda. Ebonroc strabuzzò gli occhi e gridò, poi balzò indietro fissando incredulo la sua coda schiacciata e sanguinante. Doveva guadagnare il vantaggio. Così sempre fissando Wayscraper, allargò le ali prima di sbatterle ripetutamente. Lo spostamento d'aria fu come un fortunale che travolse il gruppo intero. In molti caddero, Tempesta venne addirittura sbalzata all'indietro di qualche metro. Anche Wayscraper dovette proteggersi dietro lo scudo per non venir accecato da quella tempesta improvvisa.
Era quello che attendeva. Avanzò come un fulmine verso il piccolo uomo e spalancò le fauci per divorarlo.
Era il suo turno. Barrentrak si mise di fianco un attimo prima e piantando la spada a terra lo fissò con le braccia larghe e un sorriso beffardo sul viso.
- Lucertola innocua, temi un piccolo uomo disarmato! Vieni da Barrentrak! - Ebonroc non potè non voltarsi verso il guerriero e con rabbia incontenibile si scagliò contro la sua nuova preda, ma non riuscì a aggiungerlo perchè una fitta alle costole gli tolse il respiro: Lòre ed Hytujaram lo stavano colpendo con una miriade di colpi in successione.
Il drago valutò rapidamente la situazione, poi fissò il paladino che imponeva le mani nella direzione del guerriero disarmato.
Capì.
Senza il minimo preavviso, il drago inspirò e rilasciò un cono di fuoco grigio come le tenebre che investì in pieno Wayscraper facendolo gridare di dolore, mentre uno scudo protettivo avvolse Barrentrak. Infine le tenebre che avevano travolto Wayscraper raggiunsero il gruppo.
* * *
Fiamme nere ardevano le vesti, i mantelli, gli zaini di tutti coloro che si erano tenuti a distanza. Whitescar aveva ascoltato gridare il suo uomo, poi le sue grida si erano spente ed erano iniziate le proprie. Ruggine, Antera e Zaltar avevano fatto in tempo a teletrasportarsi alle spalle del drago portando con loro Albina, Zighò e Shaday, ma gli altri vennero travolti.
Selune, vista l'ondata, fece scudo col proprio corpo ad Ilaria, che rimase parzialmente incolume.
Ebonroc ora era libero di combattere come era a lui più congeniale, così si voltò verso Barrentrak che intanto aveva raccolto la sua arma e attendeva la carica.
- Avanti bastardo! - urlò e calò la spada, ma il drago la afferrò con l'artiglio destro e con una torsione gliela tolse di mano, per gettarla lontano.
Roredrix prese la rincorsa e con un balzo gridò tutta la sua ira e calò Thunderfury sulla coscia del drago affondando tra le sue squame rosso rubino e ebano fino all'elsa e strappando al nemico un urlo di dolore. Estrasse l'arma e descrisse un arco prima di ricalarla contro la bestia che nel frattempo si era girata verso di lui.
Zaltar, non appena teletrasportato, era rimasto immobile a riflettere sull'attacco appena subito: erano fiamme magiche, ma pur sempre fiamme. Così valutò quale potesse essere il danno minore e non pienamente sicuro della sua prossima mossa formulò un incantesimo. Il gruppo fu travolto da una pioggia di ghiaccio che impattando con le fiamme si sciolse in acqua. Ilaria si voltò e quasi pensando la stessa cosa, agì sull'altra componente del soffio e pregò che l'effetto magico venisse dissolto. Il gruppo venne avvolto travolto da ondate di luce azzurrina seguito da uno sfrigolio dorato tutto intorno che azzerò l'effetto magico delle fiamme.
La pioggia spense la fiamme. I curatori, coordinati da Nanael si misero in azione rimarginando le ferite più gravi.
Una nuova ondata di palle di fuoco, di dardi ghiacciati, di sfere di magia arcane raggiunse il corpo scosso da decine di piaghe aperte dagli evocatori. Ebonroc provò a mordere Roredrix, ma una freccia di Yukina lo centrò in un occhio. Le urla del mostro furono acute e terribili.
Il gruppo era ferito, lei poteva contribuire... lei poteva aiutarli, infliggendo dolore. Così impose le mani verso Ebonroc e formulato l'incantesimo di risucchio, Lùce puntò con un sorriso malvagio il dito verso il drago. Il drago ebbe un sussulto e da ogni ferita il sangue riprese a sgorgare, come se fosse stata appena aperta.
Ad ogni colpo, Roredrix e Barrentrak si sentivano come rinfrancati, stessa cosa Lòre, Hytu e Bryger. L'incantesimo di risucchio della sacerdotessa dell'ombra aveva funzionato.
Barrentrak urlò e il drago si voltò per l'ennesima volta verso di lui. Il guerriero parò il colpo, poi centrò una ferita aperta da Roredrix e recise di netto un artiglio. Il drago si alzò in preda al dolore mostrando la gola. Una spada roteò e si piantò in tutta la sua lunghezza. Wayscraper, nonostante l'ustione che gli deturpava la parte sinistra del viso, in piedi, fissava il nemico.
Il drago cadde a terra rotolandosi in preda a convulsioni, infine mostrando il petto finalmente scoperto a Rore che non perse tempo e urlando piantò la lama fino in fondo.
- Esecuzione. - ringhiò. Il drago rimase finalmente immobile.
* * *
Nanael si avvicinò a Selune che a stento riusciva a camminare e alleviò il suo dolore con un incantesimo.
- Benfatto. - disse.
- Sì, benfatto. - rispose il paladino.
Sceiren, alle spalle del drago, stringendo la mano a sua moglie raggiunse la piccola sala circolare che il drago proteggeva. Il suo tesoro. Monete d'oro, oggetti di vario tipo, gemme preziose ed un anello dalla pietra verde smeraldo, lì, mezzo sepolto nelle monete. Sceiren ebbe un sussulto, avevano fatto così tanta strada... ed ora era pronto per iniziare di nuovo.
Il mago avvertì la magia dell'oggetto quando lo prese, poi si voltò verso sua moglie.
- Per sempre, amore mio. -
- Per sempre. - rispose lei, si lasciò infilare l'anello al dito.
Sceiren colse ogni espressione sul viso della moglie: l'attesa, il dubbio, la paura, la gioia, l'orrore quando aculei affilati come rasoi uscirono dal suo petto lacerando i suoi abiti colorati, poi Antera scomparve dalla sua vista, scagliata contro il muro da un colpo di coda del drago.
- Crepa! - e Hytu calò l'arma sulla testa del drago agonizzante, aprendola in due.
- ANTERA!!! - urlò Sceiren correndo verso il corpo della moglie, ormai in un lago di sangue. - ANTERA!!! -