5. La marcia
La mattina era particolarmente fredda. Anzi...troppo, considerando che la primavera era ormai iniziata da una decina di giorni. Ovunque si potevano vedere iniziare le fioriture sulle piante ed il risveglio della Natura era più evidente che mai. Quello strascico d'inverno non avrebbe giovato ai nuovi germogli.
Deatharrow e Meushi attendevano fuori dalla locanda, immersi in un'azzurra nebbiolina, le prima luci dell'alba iniziavano a farsi intravedere.
- Sei sicura che avessero detto così presto? - disse l'elfo mentre si cingeva il torso con le braccia e saltellava sul posto - non sentivo tanto freddo da quella volta alle cascate a nord di Teldrassil, ricordi? -
- Si ricordo...ed hai ragione...comincio a chiedermi se davvero ho capito bene. D'altra parte - disse squadrandolo con severità - le tue condizioni di ieri sera non consentivano proprio che tu capissi un bel niente! -
- Non è stata colpa mia...quell'umano....Deathspike...aveva detto che l'idromele non avrebbe avuto effetto su di me!! E così è stato...almeno fino alla sesta pinta...poi non ricordo più nulla fino a stamani... -
- E' un bene che ti sia dimenticato la tua recitazione di 'Ode ad Elune' gridata in piedi su un tavolo! - disse in tono alterato Meushi.
L'elfo smise di saltare e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi - Che....che cosa ho fatto!?!? -
- Si fratello, per non parlare dell'esplosione di uno dei tuoi marchingegni! Ah...a proposito ho preso dalla tua borsa i settantacinque pezzi d'oro necessari a ripagare quanto andato distrutto alla locanda. -
- Pezzi d'oro? Esplosioni? Aspetta...cosa è esploso!?! - ma non lasciò il tempo alla sorella di rispondere: si era già accovacciato e tolto lo zaino dalla spalla destra, stava controllandone minuziosamente il contenuto bofonchiando qualcosa tra sé e sé.
In quel momento l'acuto udito della cacciatrice avvertì l'elfa che due persone stavano giungendo da Ovest, i due felini stavano guardando in quella direzione già da qualche istante. Altri due elfi della notte, un uomo ed una donna stavano avvicinandosi. Meushi riconobbe Wolborg il guerriero e la donna che viaggiava accanto a lui doveva essere la druida Jendevis.
Fu quest'ultima a parlare - Salute amici, che Elune vi sorrida -
- Che sorrida a tutti noi - rispose Meushi. La cacciatrice notò lo sguardo del guerriero fisso su di lei dal momento in cui le sagome dalla nebbia divennero persone riconoscibili. Quando lui se ne accorse, sembrò quasi trasalire sussultando, come qualcuno colto in fragrante mentre rovista fra le cose altrui. In fretta rivolse la sua attenzione altrove. L'elfa sorrise lievemente.
- Siete pronti alla partenza? - chiese Wolborg.
- Si - rispose Deatharrow mentre ancora cecava nello zaino - voglio solo capire cosa esattamente ho perso ieri sera! -
- La tua dignità di sicuro - rispose il guerriero scoppiando a ridere e battendo una pacca sulla spalla del malcapitato. Le due elfe risero assieme a lui, mentre Deatharrow, chiudendo lo zaino e sistemandolo sulla spalla destra, disse in tono sommesso - Si....ecco...credo proprio non toccherò più idromele per un pezzo. -
- Muoviamoci ora, gli altri ci attendono nel quartiere dei nani. Prenderemo il treno sotterraeo fino ad Ironforge, poi da lì ci incammineremo per il porto di Menethil. -
- Treno sotterraneo? - chiese Deatharrow sgranando gli occhi come un bambino di fronte ad un dolce.
- Si - disse Jendevis - oh....vero tu sei quello delle invenzioni...ricordo ieri sera la tua...ehm...dimostrazione. Beh...si vedrai sono sicura che ti piacerà, una vera opera dell'ingegno gnomico ed abilità di scavare nella roccia dei mastri nani. Ed aspetta di vedere Tinker Town...lì impazzirai!! -
- Davvero? raccontami tutto!! - i due elfi si incamminarono così di buon passo.
Meushi e Wolborg li seguivano a breve distanza - Tuo fratello - chiese l'elfo - è sempre stato così appassionato di strani aggeggi? -
- Si, fin da piccolo. A dire il vero ricordo di un suo tentativo di inizare l'arte della lavorazione del cuoio e delle pelli...ma i risultati furono tutt'altro che soddisfacenti - ed un sorriso le illuminò il viso. - Ma dimmi, tu come sei arrivato qui? -
- Oh...è una lunghissima storia. Per farti un sunto diciamo che dopo un lungo periodo di girovagaggio nelle foreste di Ashenvale ed Azshara sono arrivato nelle Lande Devastate qui nei Reami dell'Est. Mi trovavo al di fuori di un accampamento di Orchi e stavo cercando di passare inosservato ma, ahimè, leggiadria e grazie non sono mai stati miei punti di forza. Fui così scoperto ed ingaggiai combattimento, ricordo di aver abbattuto quattro dei loro combattenti e le braccia iniziavano a bruciare. Stavano sopraggiungendo altri Orchi usciti dalle costruzioni ed in quel momento capì che non ce l'avrei fatta. -
L'elfa lo osservava con attenzione - Ed invece...come ne sei uscito? -
- Due umani - rispose lui - il loro intervento fu decisivo....Shieed e Deathspike, due abili combattenti. In pochi altri casi ho incontrato persone così abili. Comunque, grazie agli incantesimi di Deathspike ed all'affilata spada di Shieed, siamo riusciti a portare a casa la pelle. Nei mesi successivi abbiamo viaggiato sempre assieme fino ad arrivare qui e trovare posto all'interno di questa gilda. -
- Questa gilda esiste da molto che tu sappia? -
- Credo di si...non ricordo esattamente... -
- E come li definiresti? -
Wolborg fece qualche passo in silenzio pensando prima di rispondere.
- Affiatati. -
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- Avete preso tutto? - chiese Ciliegia a Sarya.
- Si, tutto il necessario per il viaggio fino Theramore, poi lì faremo rifornimento. E voi, siete pronti? -
- Si - disse la gnoma - la missione "diplomatica" che andremo a compiere a Thelsamar con quei Trogg non porterà via molto. Cassiopea, Occult ed io saremo di ritorno nel giro di una settimana. Mi spiace non prendere parte a questo viaggio con voi.
- Non preoccuparti - disse la sacerdotessa - è importante che voi possiate essere nuovamente qui a Stormwind il prima possibile in modo da tenere le orecchie sempre aperte per nuovi possibili spunti. -
Numenor entrò nella stanza in quel momento. - Sarya...giù siamo tutti pronti, mancano solo i due nuovi cacciatori ma ho mandato Jendevis e Wolborg a prenderli, dovrebbero essere qui a momenti. -
- Perfetto, grazie Numenor. - accennando un sorriso, il paladino voltò le spalle e scese le scale. Erano passati tanti anni, la loro amicizia aveva radici profonde, ma Sarya ancora si stupiva del tempismo del Paladino e della capacità di concretizzare i pensieri ed i piani della sacerdotessa in così breve tempo.
- Dunque ci salutiamo. - disse Ciliegia tendendo la mano destra verso l'alto in direzione della sacerdotessa.
Sarya strinse la mano di Ciliegia - Certo amica, arrivederci a presto. Che la Luce guidi il tuo cammino. -
- Ed anche il vostro. - rispose la gnoma uscendo dalla stanza.
Sarya era sola nella stanza ora...ed il senso di solitudine che provava era qualcosa di strano, non strettamente legato al luogo. Qualcosa di più profondo....elusivo...che non riusciva ad inquadrare con precisione. - Cara mia - disse a sé stessa - libera la mente dai dubbi e preparati per quello che stai per affrontare! -
Dopo un attimo ancora di indecisione, il suo viso assunse un'espressione risoluta, chiuse lo zaino sul letto, lo caricò in spalla e varcò la soglia della stanza verso il resto del gruppo.
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Deatharrow si guardava attorno con la bocca spalancata. Era appena sceso da quella meraviglia tecnologica di treno sul quale aveva viaggiato da Stormwind ad Ironforge e già si trovava in qualcosa di ancora più straordinario: Tinker Town.
Bracia meccaniche, giganteschi ingranaggi e meccanismi di vario genere erano presenti ovunque e i loro piccoli e geniali inventori erano ovunque a controllare, ricalibrare e verificarne la corretta efficienza.
- Su muoviti! - gli gridò Jendevis - ti hanno sorpassato persino Shieed, Wolborg e Deathspike....che sono notoriamente la retro-retroguardia del gruppo! -
- Si....arrivo.... - rispose l'elfo in modo non troppo convinto.
Poco più avanti il nano Thorrin camminava fiero ed elargiva ad alta voce spiegazioni sulla capitale dei Nani.
- Da quella parte c'è la Grande Forgia, il cuore della città! Sapete, ci sono voluti grandi sforzi e scavi impressionanti per gestire le colate di lava! E non vi dico per far funzionare il sistema di recupero dei vapori per utilizzarli come fonte d'energia. Quelli gnomi sono davvero geniali, dicono che la loro capitale, prima di cadere fosse anche più tecnologica di qui. -
- Thorrin... - lo interruppe Manwe - dico...ti rendi conto che TUTTE le volte che arriviamo ad Ironforge tu ripeti sempre le stesse cose?!?! -
- Ma io lo dico per i nuovi arrivati...a loro la cosa interessa di sicuro. Vero Elfi? - e si girò per cercare i due nuovi componenti. A cui però non era vicino. Meushi era in fondo al gruppo assieme a Wolborg, il quale stava cercando di accarezzare Azalin. Di Deatharrow, nemmeno l'ombra.
- Beh..ma....io.... - bofonchiò il nano. Ora nemmeno Manwe gli stava dando più retta. Jelanda e Laren ridacchiavano osservando la scena, le risa sommesse diventavano via via chiaramente udibili mentre Manwe si trasformava in orso, per intraprendere una migliore conversazione con il compagno animale di Thorrin.
- Di qui - disse Sarya - verso i grifoni. Faremo un breve volo dino al porto di Menethil. La nave per Theramore parte fra due ore circa, dovremmo avere tutto il tempo per arrivare, fare un minimo di provvista per il viaggio ed imbarcarci.
- E' passato davverto tanto tempo dall'ultima volta che sono stato a Theramore - disse Banedon.
- Io ci sono stato a distanza di anni - rispose Numenor - e non ho notato cambiamenti...vedrai che anche questa volta sarà così. -
- Già - disse il guerriero osservando le enormi cascate di lava poste al centro della citta dei Nani.
- Ci siamo tutti? - chiese la sacerdotessa - fareste bene a preparare qualche pezzo d'argento per pagare il tragitto in volo -
- Manca il nuovo cacciatore - disse Laren.
Meushi a queste parole distolse l'attenzione dallo zaino dentro il quale stava cercando il prezioso argento.
- Hai visto tuo fratello? - le chiese Wolborg.
- Mmm...l'ultima volta che l'ho visto eravamo appena arrivati nel quartiere degli gnomi, ma da lì...ne ho perso le tracce. -
- Beh...aspettiamo allora - esordì Palladio appoggiando a terra il pesante zaino.
- No...iniziamo ad andare invece - ribadì Jelanda - ci riuniremo a Menethil.
- Si concordo - disse Sarya - iniziamo a prendere i grifoni.
Il nano che aiutava le persone a prendere posto sui grifoni procedeva meccanicamente e senza enfasi il suo lavoro - Stia attento alle gambe e non lasci mai le redini per nessun motivo fino a destinazione. Buon viaggio. -
Ripeteva questa frase senza nemmeno guardare negli occhi la persona che stava per partire, continuando a stringere le cinghie che tenevano salde le gambe alla sella.
- Ma dove è finito?! Odio quando fa così... - la cacciatrice esordì in modo stizzito.
- Da come lo dici, non sembra nuovo a situazioni del genere. - l'apostrofò Wolborg.
- Per niente! Tempo fa, alle porte del deserto di Tanaris nella cittadella di Gadgetzan, è letteralmente scomparso per un giorno intero...completametnte rapito dai quei marchingegni goblin. -
- A tuo fratello piacciono parecchio quelle cose. -
- Si...fin da piccolissimo, che io possa ricordare. Anche se, ultimamente, la sua attenzione si è spostata verso giocattoli molto più esplosivi! Sembra aver sviluppato un talento naturale....e non poche bruciature sulle braccia. - l'ultima frase risultò in tono esasperato.
Azalin emise un fioco ruggito a fauci chiuse, indirizzzando la propria attenzione verso la Grande Forgia. Da quella direzione infatti arrivavano Deatharrow e Fang si stavano avvicinando. L'elfo portava con sé una grossa sacca.
- Ma si può sapere dove sei stato!?!? - sbottò la sorella.
- In giro! Ho fatto compere! -
- Ti staimo aspettando da più di un'ora!! - continuò lei.
- Ah si?!? - disse lui senza fermarsi, sorpassandoli e dirigendosi verso i grifoni - Beh...ora io sto aspettando voi!! Muovetevi pelandroni! -
Wolborg ridacchiò per quella situazione e per la risposta pronta del cacciatore. Un'occhiata, più simile ad una stilettata, in arrivo dall'elfa bastò per farlo tornare, non senza un minimo d'imbarazzo, alla normalità.
Pochi istanti ed Ironforge non era che un insieme di suoni ed aromi lasciati alle spalle. Il solo rumore del vento e del battito d'ali del grifone accompagnava il loro viaggio verso il porto di Menethil.