6. La cittadella del vento.
Theramore era esattamente come il guerriero la ricordava: ventosa e costantemente scossa dalle onde del Grande Mare. Il viaggio in nave dal porto di Menethil era durato due settimane circa e non vedeva davvero l'ora di rimettere i piedi a terra. Ecco, rimettere, non era il termine da usare in quella circostanza: il cacciatore nano ed il nuovo Elfo della Notte avevano un colore verdognolo in volto. Il mare non era decisamente il loro luogo preferito.
- Pronto a sbarcare marinaio? - chiese Numenor mettendo una mano sulla spalla di Banedon.
- Non vedo l'ora Ammiraglio! - ribattè il combattente ed i due scoppiarono in una sana risata.
- Sai... - continuò Banedon - non ti nascondo di essere un pò preoccupato. -
- Per la missione? -
- Si. E' passato molto tempo dall'ultima volta che sono entrato in quella tana maledetta - il guerriero portò istintivamente la mano sulla cicatrice sotto l'occhio sinistro, sfiorandola. - da allora, quello che abbiamo trovato là dentro può solo essersi rafforzato ed organizzato.
- Non puoi saperlo con certezza amico - lo incalzò il paladino appoggiandosi con entrambi i gomiti alla balaustra - potremmo anche arrivare lì e trovare solo una serie di caverne abbandonate e già "ripulite" da altri avventurieri!! - Numenor stava sorridendo al compagno cercando di infondergli sicurezza e risollevare il morale.
Il guerriero però sembrava troppo assorto nei suoi pensieri per lasciar attecchire il discorso del paladino. - Quello che so io - proseguì Banedon con lo sguardo fisso nel vuoto - è che quel giorno siamo entrati in quattordici... - si girò di scatto verso il paladino fissandolo negli occhi - ...e solo in due ne siamo usciti. - Un lungo silenzio calò fra di loro, fintanto che il guerriero si allontanò ancora assorto nei suoi pensieri.
Numenor rimase solo a fissare all'orizzonte la città ed il suo porto che si "avvicinava" alla nave.
- Quell'esperienza lo ha scosso veramente. -
Numenor sussultò - Laren!! Non ti ho sentita arrivare! -
- Eheh - ridacchiò la ladra - se non fosse così potrei abbandonare la mia professione! -
- Già - confermò l'umano - Banedon è stato davvero segnato da quella sitauzione....e temo davvero che la cicatrice sia solo il segno più piccolo che gli sia rimasto addosso. -
- Speriamo che si ravveda ed i suoi nervi siano saldi quando arriveremo a destinazione. -
- Si - disse Numenor fissando l'elfa nei profondi occhi verdi, poi tornò a scrutare l'orizzonte - andrà così. -
*****
La taverna di Theramore era piccola ma accogliente. Lo stile era il classico delle taverne umane sparse sui vari continenti: tavoli all'ingresso, un grosso camino con le braci ardenti ed il bancone al pian terreno. Le stanze degli ospiti disposte al primo piano della struttura.
I tavoli erano praticamente del tutto occupati da Sarya e da i suoi compagni di viaggio.
- Abbiamo recuperato quello che serve per la missione? Intendo viveri e generi di prima necessità - chiese la sacerdotessa
- Si certo - rispose Numenor - abbiamo recuperato razioni ed acqua per il viaggio e per un accampamento stimato di dieci giorni. -
- Dieci giorni?! Non intendo restare tanto in quel posto!! -
- Non si sa mai amica...meglio essere previdenti! -
- Inoltre - disse Palladio - abbiamo anche recuperato pozioni e reagenti per poterci assicurare di essere sempre pronti all'azione.
- Perfetto. Per le cavalcature? -
I due paladini si voltarono contemporaneamente verso il terzo uomo seduto al loro tavolo.
- A quelle ho pensato io - disse Rambosso - la cittadella è piccola ma è ben fornita di varie cavalcature. Ho accordato il loro noleggio per domattina. -
- Notevole! Grazie...anche questo aspetto è stato coperto. Vi ringrazio amici, il vostro aiuto è come sempre preziosissimo. - e nel dire ciò alzò la pinta di fronte a sé verso il centro del tavolo. -
- Ad una brillante riuscita!! -
Le altre tre pinte non tardarono a unirsi al brindisi.
Poco più in là Shieed guardava perplesso Deathspike barricato dietro tre piatti vuoti. - Ma tu non smetti MAI di mangiare?!? - il mago infatti stava attaccando il quarto piatto di cinghiale e fagioli.
- Peh usavhe bene la majiiia sci vuoooe enerjiiia - rispose il mago senza preoccuparsi troppo del boccone che stava ancora masticando.
- Si ma quello non è mangiare!! E' strafogarsi!! Sei l'unico qui attorno a dare spettacolo!! -
Wolborg osservava i due amici seminascosto dal bicchiere di sidro che stava sorseggiando, cercando di dissimulare le risate che si stava godendo dai loro battibecchi. Con lo sguardo cercò il tavolo dove Meushi ed il fratello stavano pranzando. Poggiò il bicchiere e disse - Mi allontano un momento, torno presto. -
- Si si, vai - disse il paladino.
- Mmmhhh...a hhopo - mugulò Deathspike.
- Per la Luce - riprese Shieed - guardati...sei davvero incredibile!! E dire che come Maestro dell'arcano ed utilizzatore di Energie Complesse dovresti essere un esempio di contegno e serietà!! Guardati invece!! -
Il mago non gli prestò attenzione.
Shieed girò il proprio sguardo attorno in cerca di un aiuto.
- Ecco....guarda lui - disse indicando un tavolo a circa quattro metri da loro. - lui è come dovresti essere tu!! -
Al tavolo sedeva un Elfo della Notte. Vicino al suo, unico, piatto erano presenti tomi e pergamene. Alla sedia accanto alla sua era appoggiata una staffa finemente curata che emanava una luminescenza propria. L'essenza del Fuoco era percepibile anche da persone che non avevano a che fare con magia e poteri arcani. L'attenzione dell'elfo non era rivolta al proprio pasto o ai tomi. Infatti lui stava fissando Shieed e Deathspike con una radioso sorriso sul volto.
- Il tuo amico ha ragione - disse rivolgendosi a Shieed - La manipolazione delle energie richiede una grande forza interiore. Questa forza può essere fornita anche tramite il cibo. Posso avvicinarmi a voi? -
- Certo - rispose Shieed. Deathspike agitò solo la testa in segno di assenso.
L'elfo si alzò e nel dirigersi verso il tavolo inciampò in parte nella propria veste. Recuperò subito l'equilibrio poggiandosi ad una sedia vicina. Deathspike stava per spotare il boccone a causa dello scoppio di risa. Shieed manteneva a stento un espressione seria.
L'elfo si riprese e scostò i lunghi capelli corvini fino a riportare alla luce i profondi occhi viola, riprese anche il sorriso di prima e proseguì.
- Scusatemi...devo aver inciampato in qualcosa - disse mentre si sedeva al tavolo.
- Nessun problema figurati - disse il Paladino - Permetti di presentarci, io mi chiamo Shieed ed....il pozzo senza fondo qui al mio fianco si chiama Deathspike. -
- Phiacevhe! - disse l'umano.
- Il piacere è mio! Mi chiamo Sceiren e sono qui a Theramore di passagio. Sto tornando verso Stormwind ed attendo la nave di domani. Voi invece? Come mai vi trovate qui? -
- Il nostro gruppo - dise Shieed facendo una mpio gesto del braccio sinistro ad indicare gli altri tavoli - è arrivato qui in cerca d'avventura e siamo...su una pista buona direi! -
- Oh si, assolutamente. Il modo è vasto e pieno di avventure...in particolar modo per voi umani...sempre alla ricerca di nuove sfide e vittorie. -
- Quindi anche tu ti occupi di magia? -
- Si - rispose Sceiren - lo studio della magia ha occupato gran parte della mia esistenza. Lo studio del Fuoco e delle energie che lo compongono mi ha affascianto da sempre. Questo mi ha spinto lontano da Darnassus fino alla vostra Capitale. -
- E come mai sei lontano da Stormwind? - Shieed trasalì...non erano infatti sue le parole appena dette...ma di Deathspike. Il mago umano aveva svuotato il quarto piatto di portata e la sua bocca era tornata a poter parlare normalmente.
- Sono qui perchè alcuni studi recenti hanno richiesto la consultazione di tomi molto particolari. Tomi che possono essere trovati solo qui, nella biblioteca privata di Lady Proudmoore che mi ha cortesemente consentito di poterli utilizzare. -
- Hai amici altolocati per poter arrivare fino a Lady Proudmoore! -
- Si...diciamo che sono stato fortunato. Non ci sarei mai riuscito se non fosse successo che anni fa, durante una missione in.... -
Le forti grida delle persone provenienti dall'esterno della taverna interruppero la narrazione dell'elfo. Tutti coloro che erano seduti ai tavoli si mossero di scatto interrompendo quello che stavano facendo e cercando di capire cosa stesse succedendo.
Oltre alle grida, la campana del forte della guardia cittadina iniziò a suonare freneticamente. A questo punto circa due terzi delle persone si stavano riversando all'esterno della struttura, esattamente come Shieed, Deathspike e Sceiren.
*****
Il panico dilagava all'esterno della locanda. Le guardie correvano ad armi spianate ed allo stesso modo i civili impugnado forconi o vanghe. Tutti si dirigevano verso il molo e la parola 'mostro' era quella che meglio si discerneva tra le urla.
Il gruppo uscito dalla taverna iniziò a correre verso il molo. Da uno sbuffo di fumo due pantere nere scattarono avanti a tutti gli altri ed i cacciatori del gruppo parevano avere una marcià in più cimentandosi in uno scatto che ricordava molto quello di un grosso felino. Gli altri avanzavano chi più che meno velocemente ed in breve tempo il tremendo spettacolo del molo fu davanti agli occhi di tutti.
Una creatura gigantesca emergeva dalle acque antistanti al molo e si ergeva per almeno quindici metri in altezza. La bocca era enorme e fitta di almeno tre file di denti aguzzi e letali che ricordavano molto quello degli squali. Sopra di questa due occhi verdi e vitrei fissavano la cittadella. Le possenti braccia terminavano con delle mani a tre dita palmate e fornite di artigli. L'aria era permeata di un disgustoso odore.
Il gruppo di persone che era accorso era fermo a circa trenta metri dal molo. Tutti...tranne una persona. Questa infatti era in piedi, sul ciglio del molo e fissava con aria di sfida la creatura. Indossava una lunga veste porpora con ricami viola.
Elenid si rivolse ad Halliwell - Lo senti? E' un evocatore...come noi -
- Si - confermò la donna
- Ma chi è quello? - chiese una voce dal gruppo.
- Ha chiamato lui quella creatura? - fece eco un'altra.
- No - disse uno dei pescatori mentre tremava come una foglia - Io ho visto il mostro uscire dall'acqua e mentre scappavo verso il forte, ho visto quell'uomo correre al molo. -
L'umano sul molo iniziò a gesticolare e poco dopo una creatura demoniaca apparve al suo fianco: un umanoide in armatura di piastre che brandiva una grossa ascia a due mani. Il demone emetteva un aura di energia malvagia e la lama dell'ascia grondava continuamente sangue scuro, come se si fosse intrisa di quello dei dannati che aveva appena finito di martoriare sul suo piano di esistenza.
- Qualcuno conosce quell'uomo? - chiese il comandante della guardia in sella al proprio destriero, ma non ottenne risposta.
- Nessuno!?!? - esortò.
- E' arrivato in città circa cinque giorni fa - rispose il locandiere - ha preso una stanza da me...mi sembra si chiami....Superomar. -
- Ma...vuole affrontarlo da solo?! - chiese Banedon
- Non lo so - rispose Sarya - quello che so è che non ho mai visto nessuna creatura del genere. -
- Nemmeno io - fecero coro più di una voce dal gruppo.
Il mostro marino sembrava non dare particolarmente attenzione a quanto gli accadeva attorno, l'arrivo del demone però sembrò destare il suo interesse. Il suo sguardo si diresse verso il molo sotto di sé e la bocca si chiuse in un tetro sorriso.
La guardia infernale serrò entrambe le mani sull'ascia, indietreggiò la gamba destra e ridistribuì il peso pronto a scattare all'attacco.
Le mani dell'evocatore erano circondate da un alone d'ombra pronte a scagliare il loro attacco.
Lo scontro era imminente. L'aria era ora pregna dell'energia dell'evocatore che aveva sicuramente raggiunto la creatura dell'abisso.