Autore Topic: Stelle cadenti XII - 11: Karazhan, la Torre Bianca  (Letto 1092 volte)

Sceiren

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Stelle cadenti XII - 11: Karazhan, la Torre Bianca
« il: Luglio 19, 2010, 02:59:04 pm »
11
Karazhan: la Torre Bianca

Le rovine delle abitazioni in pietra tutto intorno la torre lasciavano presagire che un tempo, molti anni prima, la torre bianca fosse il fulcro di un piccolo villaggio, contadini e pescatori probabilmente.   Ora non restava che un cumulo di ruderi disabitati, riflesso distorti dei tempi che furono, i tempi i cui la torre bianca ospitava maghi e studiosi da tutti i Reami dell'Est e da Kalimdor, i tempi in cui la torre bianca era la dimora di uno dei più potenti maghi di sempre. I tempi di Medivh. 
Le stelle punteggiavano un cielo nero come la pece e l'aria era insolitamente fresca, vista la stagione primaverile ormai al termine in favore dell'estate.  Non un alito di vento spirava, pareva quasi che lo spirafossa o il mortevento fossero rimasti decine di metri più in alto, all'altezza dei passi di montagna appena superati, decine di metri sopra le loro teste. 
- Molto bene, allora: dov'è il libro? Ne hai almeno la minima idea? - chiese Bryger scendendo dal suo ram e lanciando occhiate preoccupate a destra e sinistra, quasi prendendo le misure della base della torre per calcolare quante stanze potenzialmente avrebbero dovuto ispezionare prima di avere successo.
- La torre di Karazhan è un luogo estremamente pericoloso.  Se un tempo era abitata da decine, forse centinaia tra maghi, guerrieri o anche semplici viandanti e abitanti della zona, oggi è popolata da tutt'altro che amichevoli presenze. - iniziò Erebus come se il nano non avesse chiesto nulla.  L'evocatore dissolse il suo destriero infernale con un gesto svogliato della mano, poi afferrando un piccolo scrigno dallo zaino, riprese a parlare.
- La mia fonte mi ha assicurato che la base della torre è piuttosto sicura.  Inspiegabilmente le presenze che abitano i piani superiori non sono mai giunti fino al piano terra, quindi, almeno all'inizio, non dovremmo avere problemi di alcun tipo.  Salendo ai piani superiori, invece, ci imbatteremo nei veri abitanti della torre bianca. -
- Non-morti? - chiese Yukina mentre assicurava ad un esile albero rinsecchito la propria tigre. 
- Non-morti! Ovvio! Finalmente!, ho ancora una gran voglia di frantumare ossa da quando quei vigliacchi se ne sono scappati con la coda tra le gambe a Darkshire! - disse Bryger sfregandosi ansiosamente le mani.
- Non-morti, sì, ma non frantumerai le ossa proprio di nessuno temo.- rispose Erebus sempre fissando la sommità della torre, sfocata da una debole nebbiolina.
- In che senso, scusa? -
- Non si tratta di scheletri o zombie, no.  La torre è infestata dagli spettri. -
Roredrix si era appena voltato dopo aver impastoiato il suo destriero accanto a quello di Wayscraper, tuttavia dovette far leva a tutto il suo autocontrollo per non scoppiare in una fragorosa risata: se Albina era candida come la neve, Bryger lo era diventato persino di più.  Anche la barba sembrava non più fulva ma rosata, sbiadita dalla notizia inattesa e terribile.
- Come sarebbe a dire spettri! Tu mi avevi detto che erano… -
- Non-morti, Bryger, non-morti e gli spettri lo sono. -
- Ma che razza di non-morti sono quelli a cui non posso fracassare le ossa?! Spettri… -
- Problemi con i colpi d'aria, nano? - lo stuzzicò Wildhoney.
- Problemi con i colpi d'aria… ne riparleremo quando saremo circondati dai tuoi colpi d'aria… - rispose grattandosi la testa Bryger.
- D'accordo, allora: sappiamo che sono spettri, sappiamo che la base è sicura e sappiamo che cerchiamo un libro. Altro, Erebus? - chiese Ilaria concentrata.
- Sì, che la biblioteca potrebbe essere sorvegliata. - detto questo Erebus si avvicinò al portone di legno rinforzato da bande di ferro.
- Procederemo come al solito, ma più in silenzio possibile.  Il nostro obiettivo non è radere al suolo la torre nè ripulirla, ma scivolare tra le sue difese, raggiungere la libreria e individuare il tomo che mi hanno richiesto. Trovato questo, ce ne andremo più rapidamente possibile e faremo ritorno a Shattrath.  Niente colpi di testa, niente inutili atti di eroismo, niente caccia al tesoro o al trofeo. Meno restiamo lì dentro e meglio sarà per tutti. -
- E su questo siamo d'accordo. - sbuffò il nano accarezzando la sua arma prediletta, quasi cercando in essa conforto.
- Una domanda: lasciamo le nostre cavalcature così, incustodite? - chiese Lùce fissando il gruppo eterogeneo di quadrupedi impastoiati ai lati della torre.
- Attendevo questa osservazione! - rispose per Erebus Wildhoney.  Poi aprì lo zaino e cominciò a rovistarci dentro. 
- Che stai facendo? - chiese incuriosito Yukina.
- Oh, vedrai, confido che tu meglio di molti altri apprezzerai, eccolo! - ed estrasse un cubo di metallo ed una sfera piuttosto lavorata dello stesso materiale.  Piazzò la sfera sul cubo e cominciò ad armeggiare con alcuni tasti presenti sulla faccia di destra.  Con uno sbuffo la sfera si mosse: due placche a destra e sinistra si allungarono.  Altre placche al centro si allontanarono mostrando due vetri ovali e, più un basso, una retina.  Dai lati del cubo uscirono due piccoli tubi di metallo che si piegarono a metà.  Altri due tubi sbucarono dal basso, sollevando lo strano costrutto di una trentina ci centimetri dal suolo.
- Sembra… una strana bambola di metallo… commentò accigliata Ilaria. -
- Eccolo! La mia ultima creazione! E funziona anche! - esclamò entusiasta Wildhoney!
- Attendo ordini, padrone. - gracchiò il piccolo omino meccanico con voce metallica.
- Sorveglia cavalli, ram e tigri! Piccolo mio! - ordinò senza alcun tono di comando l'elfo.
- E noi dovremmo fidarci di quel coso?, chiese Bryger scuotendo il capo, Andiamo di bene in meglio. - e continuando a scuotere vistosamente il capo, raggiunse Erebus accanto alla porta.

L'evocatore non aveva neppure ascoltato la conversazione alle sue spalle e assieme ad una stranamente silenziosa Albina stava fissando il portone di fronte a sè.  In mano quel piccolo scrigno finemente lavorato.
- Direi di non perdere altro tempo. - disse fra sè e sè.  Quando il nano lo raggiunse, seguito poco dopo, da tutti gli altri, Erebus accarezzò lo scrigno, impresse il palmo su di esso e attese qualche secondo prima di sollevarne la sommità. Al suo interno, avvolto in un fazzoletto di seta viola, un oggetto lungo e affusolato. -
- Preparatevi, ora facciamo sul serio. - disse mentre liberava una preziosa chiave d'acciaio rifinita in oro dal suo abito protettivo.
L'evocatore fece scivolare la chiave nel chiavistello del portone d'ingresso e la ruotò senza sforzo.  La chiave non fece alcun rumore nè alcun rumore fece il meccanismo della porta, la quale si aprì lentamente.  Oltre il portone la tremolante e traslucida superficie di un portale.
- La torre è protetta, chiaramente, da prima che venisse infestata.  Il portale impedisce l'ingresso a curiosi troppo avventurosi. -
- Come noi, quindi. - disse Wildhoney accarezzando il fedele cinghiale Boaromir.
- No, non come noi. Noi possiamo accedere.  La chiave che ho inserito non sblocca la serratura, ma disattiva le difese del portale.  Una volta che la porta si chiuderà alle nostre spalle il portale si riattiverà, tornando a proteggere l'ingresso. -
- E tutto questo te lo ha spiegato la nostra committente? - chiese glaciale Lùce.
- Esattamente. - rispose Erebus prima di inspirare e attraversare il portale bluastro.  Dopo di lui Roredrix e via via tutti gli altri.  Yukina chiuse la fila, tirando dietro di sè la porta che si serrò alle sue spalle.  Il portale lampeggiò un paio di volte, prima di riprendere a vorticare pigramente, isolando i nuovi ospiti dal resto del mondo di fuori.
« Ultima modifica: Luglio 19, 2010, 03:02:31 pm da sceiren »

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren