10. Cacciatori o prede?
- E' libera...la Regina è libera – Zapp era ancora più pallido di prima ed i suoi occhi fissavano il nulla di fronte a lui mentre ripeteva quella nenia.
Il gruppo si era radunato nuovamente nel magazzino, i curatori del gruppo si erano preoccupati di sistemare al meglio delle possibilità i corpi dei due compagni di Zapp, mentre Numenor, Palladio e Rambosso stavano cercando di capire se fosse stato possibile utilizzare qualcosa dei marchingegni presenti in quella stanza. Purtroppo con scarsissimi risultati.
- Non possiamo restare qui – disse loro Sarya – se davvero queste creature sono scappate dalla loro prigione, allora dobbiamo muoverci e farlo con molta attenzione.
- Si – convenne Numenor – non indugiamo oltre...anche perché non siamo riusciti a capire molto delle cose che sono qui contenute. L'unico che può illuminarci su tutto è lui – disse facendo un cenno del capo verso Zapp.
- Zapp – lo chiamò Banedon – ZAPP!! - l'umano finalmente rivolse l'attenzione al guerriero
- Dobbiamo andarcene da qui...ed alla svelta! Prepara le tue cose, verrai con noi. -
- Ma non posso andarmene così!! I Marines coloniali hanno portato via quei mostri dalla loro tana. Non dovevamo arrivare qui ok, ma lo stesso mi sento responsabile per quanto sta accadendo ora. Devo assicurarmi che questo incubo finisca qui e che non si ripeta lo stesso destino di LV426. Non verrò con voi, devo prima risolvere questo danno. -
- E come pensi di farlo da solo?!? - disse Sarya – sei rimasto rintanato qui per giorni mentre sentivi grida d'aiuto e non hai mosso un muscolo! Tutto ad un tratto hai trovato il coraggio di agire?!?! -
Molti sguardi severi si posarono sulla donna che si rese conto di essere andata oltre il limite – Scusami Zapp....davvero non volevo. Siamo tutti stanchi e ci troviamo in una situazione del tutto anomala a quanto siamo abituati. Non volevo ferire il tuo orgoglio. -
- Non ti preoccupare, ho i nervi a fior di pelle anch'io. Quanto hai detto prima comunque è vero: l'assenza di azione da parte mia non ha migliorato questo casino...è ora di cambiare le carte in tavola e passare all'attacco. Anche se agisco da solo, posso fare affidamento su un buon arsenale, parecchi stim-packs ed abbastanza esplosivo M661 da far collassare un bunker corazzato! -
- D'accordo le armi le hai...ma dove pensi di voler cercare in un posto che non conosci per nulla? -
- Il corso avanzato di sopravvivenza su territorio alieno credo mi aiuterà. Inoltre le nostre fisiologie non sembrano molto differenti – disse prima di posare lo sguardo sugli Elfi della Notte e sul nano – o quasi insomma...non dovrei aver problemi a recuperare acqua e cibo. Inoltre ho anche un punto di partenza da dove iniziare la ricerca. -
- Un punto di partenza? Quale sarebbe? - chiese la sacerdotessa.
- Dai rapporti che ho letto la sala della Regina nei nidi è sempre un luogo caldo ed asciutto, solitamente fornito di un unico ingresso dal quale droni e guardie hanno accesso. Nel modulo un tale luogo non esiste, i motori sono ormai freddi e non vi è nucleo energetico interno. Devo quindi studiare i dintorni e capire cosa...ehi...ma che c'è ho detto qualcosa di strano? -
Gli ufficiali della gilda stavano scambiandosi occhiate intense ed un barlume di terrore era ben visibile. Una creatura che cerca di realizzare un nido letale in un posto caldo ed asciutto...con la tana di Onyxia a meno di un'ora di cammino. Il presagio era tutt'altro che roseo.
- Credo che potremo continuare il nostro viaggio assieme. Sembra che siamo diretti nella stessa direzione – disse Banedon.
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In meno di mezz'ora il gruppo era fuori dal modulo e dalla caverna creata dall'impatto. Zapp si guardava attorno incredulo esaminando la scia di cristallo creta dal calore e la montagna contro la quali si erano schiantati.
- Dannazione!! Davvero non pensavo che il plasteel della nave potesse riflettere le vibrazioni all'esterno fino a questo punto! Cioè so che il materiale è stato studiato apposta per essere leggero ed in grado di resistere ad urti estremamente violenti, ma non pensavo fino a questo punto!! Se la nave fosse stata fatta con materiali di anche solo venti anni fa, si sarebbe liquefatta all'impatto.
- Il pla...cosa?!? - chiese Deatharrow che gli era di fianco
- Ehm...un materiale nuovo molto resistente al calore ed agli impatti ma allo stesso tempo leggero come la pla...mmm...molto leggero.
- Ho capito – l'Elfo sorrise e cinse con più attenzione la borsa militare che aveva a tracolla
- Mi raccomando – disse Zapp – la borsa che ti ho affidato è identica a quella che ho io, contiene molto esplosivo ad alto potenziale...è ESTREMAMENTE pericolosa. Devi evitare che sia esposta a temperature troppo elevate e scariche di energia altrimenti potresti vedere i fuochi d'artificio da troppo vicino per i tuoi gusti.
- Non ti preoccupare hai la mia parola che non succederà nulla. Ho anch'io esperienza con gli esplosivi sai? Forse nulla di così potente come queste cariche, ma nemmeno giochi da fanciulli!
- Si..si va bene. Me lo hai già detto!! Piuttosto cerca di ricordare la procedura di innesco e l'utilizzo del detonatore...anzi...ripetimela daccapo. -
L'elfo era estremamente contento di aver trovato qualcuno con cui condividere la propria passione. Iniziò quindi a ripetere in modo molto diligente le operazioni che Zapp gli aveva spiegato all'affidamento degli esplosivi.
Il gruppo procedeva verso Sud con un'andatura elevata. - Saremo all'ingresso in un'ora circa, avessimo avuto le cavalcature forse nella metà del tempo saremmo arrivati – disse Numenor
- Va bene così – asserì Sarya – meglio procedere facendo molta attenzione a quanto può accadere con questa nuova minaccia nella zona.
Fu allora che la montagna ed il terreno tremarono di nuovo. La scossa fu unica, breve ed intensa. Thorrin sbottò – per Muradin!! Quella nave deve aver fatto molto più danno del previsto se la terra ancora non si è assestata -
- Temo che non solo l'impatto abbia generato questa cosa – disse Manwe
- Che vuoi dire? -
- Intendo dire che l'impatto può aver creato il danno ma forse i terremoti potrebbero derivare da qualcos'altro che sta succedendo sotto la superficie. Forse qualcosa di correlato ai nuovi, presunti, abitanti -
- Uno scenario niente male! - disse il nano dando una lieve spallata all'elfo – sarà il caso di preparare l'arsenale allora!! -
Come stimato, in circa un ora il gruppo si trovò alla caverna che segnava l'ingresso alla tana di una delle creature viventi che da più tempo solcavano i cieli e la terra di Azeroth.
- Eccoci – disse Banedon – proprio come tanti anni fa
- Non propio – lo corresse Sarya – questa volta usciremo da qui a testa alta! - il guerriero ricambiò il sorriso della donna
- Certo Sarya, come dici tu. -
- Ora entriamo, manteniamo la solita formazione. Banedon, Jendevis e Numenor in testa. In coda Manwe, il resto...compatti in centro. Andiamo!! -
Il gruppo iniziò a muoversi come da disposizione quando un tintinnio metallico attirò la loro attenzione dalle retrovie. Deatharrow stava martellando la superficie della caverna e vi stava inserendo uno dei suoi dispositivi. La cosa tanto somigliava ad uno dei cilindri di Zapp di cui si stava interessando all'interno della nave...ma in versione più rozza e con vistosi cavi che fuoriuscivano da uno dei due lati.
- Fratello!! Per Elune, si può sapere cosa stai combinando adesso?!?! -
- Tranquilla Meu...è il piano B questo. Da non interpretare come mancanza di fiducia nei nostri ufficiali - si affrettò ad aggiungere - ma preferisco sempre avere un'opzione in più. Tranqulli ci metterò solo un paio di minuti!! Non aspettatemi sarò sempre poco dopo di voi ed al termine rientrerò nei ranghi -
- Dice sul serio? - chiese Sarya alla cacciatrice
- Temo di si...mio fratello è eccentrico, ma su queste cose è decisamente serio e, quasi mi pesa ammetterlo, affidabile. -
- D'accordo...procedi pure, ma fai attenzione. Se vedi o senti qualcosa, lascia tutto e raggiungici! -
- Ricevuto – rispose l'elfo che non aveva smesso di lavorare e stava richiudendo il buco fatto
- Muoviamoci – disse Banedon dalla testa del gruppo e tutti ripresero a camminare. Avanzavano piano ed il rumore di sottofondo di sfiati di vapore ed acqua che gocciola era interrotto ad intervalli regolari dal rumore del martello di Deatharrow il quale entro breve si riunì al gruppo con un'espressione soddisfatta sul volto. Man mano che il gruppo scendeva verso il basso la temperatura saliva. La roccia, illuminata da torce e lanterne, era sempre più scura. Thorrin la riconobbe subito di natura lavica e vista la zona, non ci doveva aspettare nulla di differente.
- Fate attenzione ora...qualcosa cambia. – disse Bendon illuminando meglio una delle pareti. La roccia non sembrava più tale, anzi sembrava come ricoperta di un spessa membrana di colore grigio/verde. La membrana sembrava pulsare, molto lentamente.
- Ci...ci siamo – disse Zapp visibilmente in preda a fremiti di paura
- Tutto a posto? - gli chiese Kiriany poggiandogli una mano su una spalla
- Si...è solo il momento di un pò di coraggio liquido! - ed estrasse un piccolo cilindro rosso ed oro lungo all'incirca una ventina di centimetri. Con i denti tolse una parte che faceva da coperchio rivelando un piccolo ago. Si conficcò d'un tratto l'ago nella gamba destra ed in pochi istanti il fremito passò e l'espressione del suo viso divenne più rilassata e risoluta.
- Grazie a chi ha inventato gli stim-pack – disse lasciando cadere il cilindretto.
- Ma questa cosa – disse Palladio pestando la membrana con un piede – è viva?!?! -
- Non propriamente – disse Zapp – trasporta nutrienti ed ha un suo sistema vascolare ed endocrino ma non è viva. E prima che lo proponiate: attaccarla non avrà nessun effetto se non avvertire gli xenomorph di dove siamo. -
- Allora procediamo – disse Banedon – e con molta attenzione.
Man mano che il gruppo procedeva la temperatura continuava a salire, un caldo secco ormai permeava ogni zona. Si trovarono di fronte a parecchie diramazioni della caverna e Banedon non mostrava il benchè minimo dubbio sulla strada da intraprendere, si fermava solo alcuni istanti prima di riprendere il proprio cammino e la pausa era talmente breve che i gruppo non faceva nemmeno in tempo ad arrestarsi, rallentava solamente. Tutti quanti procedevano in rigoroso silenzio. Solo il rumore dei passi su quella superficie molliccia ed un lontano rombo li accompagnavano. I compagni animali dei cacciatori erano visibilmente nervosi, il lupo di Momor avanzava ad orecchie dritte in cerca di captare un rumore al di fuori della norma, i felini procedevano acquattati e pronti al balzo, l'orso del nano sfoderava le zanne ed emetteva un lieve ringhio.
Un nuovo bivio. Questa volta il gruppo si fermò completamente, Banedon infatti era fermo e contemplava l'una e l'altra caverna di fronte a se illuminandole con la torcia che impugnava.
- Che succede amico? - chiese Numenor
- Mmmm...la strada fino a qui la ricordavo all'incirca. Le caverne non sono cambiate molto da allora a parte qualche dettaglio e questa cosa infernale che le permea. Ma ora davvero non so come procedere. -
- Faremo alla vecchia maniera – disse Sarya – scendiamo da una parte e se ci ritroviamo in un vicolo cieco, torniamo indietro e prendiamo l'altra! -
- Non vedo molte altre alternative. Dovremmo segnarci il posto e la strada però per essere sicuri di poter tornare correttamente sui nostri passi. -
- Per quello posso aiutare io – disse Zapp poggiando a terra lo zaino. Dopo una breve ricerca estrasse da una tasca laterale una manciata di piccoli cubi metallici, ne tenne uno e mise gli altri in tasca. Quello in mano lo strinse fra pollice ed indice effettuando una lieve pressione, dopodichè lo lasciò cadere al suolo. Il cubo iniziò ad emettere una luminescenza intermittente.
- Con questi dovremmo essere a posto, basta piazzarne per la strada! -
- Ottimo – convenne la sacerdotessa – ora non resta che decidere. Banedon a te l'onore di... - la sensazione della terra che manca sotto i piedi attanagliò tutti quando la cavrena iniziò a tremare violentemente.
- TERREMOTO!!! - grido Thorrin prima di venir sbalzato a terra. Accanto a lui anche i compagni erano sbalzati da ogni parte e dal soffitto iniziavano a cadere rocce di dimensioni considerevoli. Ma non era questo il peggio. Le ferite inferte a quella cosa che permeava la superficie iniziavano a "sanguinare" e gli schizzi che ne fuoriuscivano bruciavano come il fuoco a contatto con la pelle. Se non peggio.
- NON POSSIAMO RESTARE QUI...MUOVETEVI TUTTI DA QUESTA PARTE!! - gridò Banedon correndo come meglio poteva nella caverna di sinistra. Gli altri componenti iniziarono a muoversi, chi a carponi, chi mantenendo l'equilibrio a stento e cercando di aiutarsi a vicenda. La scossa però non indicava di voler teminare, anzi l'intensità aumentò.
Le poche torce che rimanevano accese erano l'unica illuminazione a disposizione, e non erano sufficenti a fornire a tutti una chiara visione di cosa stesse accadendo. Il guerriero ora fermo ed appoggiato ad una parete continuava a gridare – DA QUESTA PARTE SVELTI!! - ma altre grida ed i rumori di rocce che cadevano al suolo coprivano i suoi sforzi.
Fu a quel punto che il soffitto della caverna cedette in modo massiccio
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Con il suono di colpi di tosse e lamenti Banedon riprese coscienza. Sentiva del sangue caldo che gli colava dalla fronte ed il pulsare associato al dolore gli indicò che doveva aver sbattuto da qualche parte o che più probabilmente qualche roccia l'aveva colpito. Tutto intorno era buio ed il terremoto sembrava essersi placato. Per il momento.
- Qualcuno...qualcuno ha una torcia e riesce ad accenderla? - chiese il guerriero
- Banedon? Stai bene? - rispose una voce femminile
- Si Kiriany...solo qualche graffio. Hai una torcia? -
- Dovrei averne alcune nello zaino – rispose un'altra voce femminile, sembrava quella dell'elfa cacciatrice.
Infatti, dopo alcuni colpi dati all'acciarino, Meushi reggeva di fronte a se una torcia.
- Ne ho altre qui, venitele a prendere – disse porgendo quella accesa.
In breve tempo le torce a disposizione furono accese e le persone aiutate a rimettersi in piedi. Il soffitto crollato aveva del tutto chiuso la caverna dalla direzione da cui arrivavano anche se quello non era il vero problema.
Il numero delle persone era vistosamente calato. Banedon corse alla parete di roccia che bloccava il percorso. Era dannatamente solida. - EHI!!! - gridò picchiando i pugni contro la roccia per poi fermarsi ed attendere una risposta..che non arrivò.
- Voi sentite qualcosa? - chiese Sarya agli Efli della Notte rimasti. Tutti loro si avvicinarono alla parete, Momor e Jendevis appoggiarono mani e testa alla roccia e restarono fermi ad ascoltare.
Nessuno attorno proferiva parola alcuna – Mi spiace Sarya – disse la druida – non riesco a sentire nulla – io nemmeno – confermò Momor ed anche gli altri scuotevano la testa mestamente.
- Potremmo cercare di scavare - disse Elenid rimasto in disparte fino ad allora
- E' rischioso – disse Wolborg – potremmo anche peggiorare la situazione. Mi duole dirlo, ma la cosa migliore da fare ora è muoversi di qui. -
Meushi non si era resa conto che Wolborg le era a fianco. Aveva cercato il fratello appena ripresa conoscenza e l'aveva subito trovato. Ora si sentiva sollevata sapendo che il guerriero si trovava accanto a lei.
- Wolborg ha ragione – convenne Banedon – dobbiamo spostarci da qui. -
- Si ma...gli altri??! - proseguì l'evocatore – non possiamo lasciarli! -
Banedon abbassò il capo prima di parlare – Se non sono rimasti sepolti dal crollo, si staranno muovendo anche loro. Potremmo reincontrarci più avanti o fare nuovamente gruppo all'uscita. Una cosa è certa, non possiamo tornare indietro, quindi tanto vale proseguire. Sarya tu che ne dici? -
La sacerdotessa non rispose, il suo sguardo era fisso nel vuoto. Le era già capitato di perdere compagni in battaglia, ma mai così tanti e senza un tangibile nemico da combattere. Sette persone mancavano all'appello: Halliwell, Jelanda, Laren, Manwe, Palladio, Thorrin e Rambosso.
Kiriany toccò la sacerdotessa – Sarya, tutto bene? -
La donna trasalì - Si...si...dobbiamo muoverci, come dice Banedon...non voglio restare qui un istante di più. Muoviamoci. -
Detto questo, brandì una torcia e si avviò da sola.
- Numenor – chiamò Banedon – Sarya è visibilmente scossa. Per cortesia stalle tu vicino e ristabiliamo l'ordine di marcia con le persone rimaste, non può stare lei in prima linea! -
- Si, hai ragione. Lascia fare a me. - ed allungò il passo per recuperare la donna, la cinse a se con un braccio e le tolse la torcia di mano.
- Riformiamo il gruppo forza – disse Banedon – Jendevis, bada alla retroguardia, io starò davanti, voialtri disponetevi al centro. Su, andiamo. -
La marcia riprese mentre il pianto ed i singhiozzi di Sarya affondavano nell'abbraccio di Numenor.
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