Autore Topic: Figli dell'Ultima Alba XXI - Capitolo 15: In Marcia (prima parte)  (Letto 973 volte)

Sceiren

  • GM Rising Dradis Echoes
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  • Chi sono dei due? :D
    • Mai dire di no al panda!
E' passato molto tempo dall'ultimo capitolo, sono pronto a fare ammenda però!

Pronti alla partenza?
Buona lettura!!!


15
In marcia

L’elfa non riusciva a tradire il crescente nervosismo per il prossimo incontro. Aveva riferito quanto osservato, proprio come da mandato, evitando di tralasciare anche il minimo dettaglio ed ora doveva riferire di nuovo tutto quanto al comandante in capo dei servizi segreti…
- Agente Xjulia, puoi entrare. -
L’elfa sospirò, dritta come un fuso, entrò nel refettorio dove seduto a capotavola lo aspettava un uomo di bell’aspetto intento a consultare rapporti.   Xjulia si trovò a pensare che il rosso del suo pizzetto spiccava sul giallo oro degli acini d’uva che mandava già uno dopo l’altro.
- Vieni avanti, agente. – disse con voce cristallina senza distogliere lo sguardo dai rapporti disposti ordinatamente sul tavolo.
L’elfa e il comandante erano i soli nella sala… almeno apparentemente.
- Molto bene.  Qui leggo che hai registrato diciannove imbarcazioni, sette mercantili e dodici vascelli bellici lasciare la Città Morta e prendere il largo.  Leggo anche che non presentavano vessilli a te noti e, devo dire, dalla sommaria descrizione che hai fornito, risultano poco noti anche a me. -
Mathias Shaw distese le dalle lunghe dita affusolate sul tavolo e fissò con attenzione la subalterna, poi sollevando uno delle folte sopracciglia fulve chiese interessato:
- Che idea ti sei fatta su quanto hai riportato? -
Xjulia riflettè un attimo, quindi rispose: - Comandante, di certo non si tratta di una esercitazione. –
- E come fai a dirlo? -
L’elfa deglutì.
- Dimmi, agente, per quale motivo, davvero, hai deliberatamente interrotto la tua missione di osservazione prima del tempo e sei rientrata alla base contravvenendo ai tuoi ordini? – la voce di Shaw era minacciosa.  Non si trasgredivano gli ordini, mai.
- Comandante io… ho deciso di fare rapporto dopo… dopo aver preso la decisione di incrementare la mia capacità di osservazione. –
Il Comandante dei servizi segreti estrasse la spada lunga dal fodero appoggiato nella sedia accanto alla sua e la dispose sul tavolo, quindi ne accarezzò la lama, studiandone il filo.
- Spiegati meglio. -
- Le navi non tornavano una volta preso il largo e comunque considerate quelle partite al seguito di Sylvanas, secondo i rapporti in nostro possesso, i numeri da me registrati non trovavano riscontro col volume totale della flotta della Città Morta.   Avevo bisogno di ulteriori elementi, così ho lasciato la mia posizione ed ho raggiunto il porto della capitale.   Non sono stata individuata e sono rimasta il tempo necessario per verificare la situazione.  Comandante: il porto era deserto! –
Shaw aveva cominciato a torturarsi il pizzo rossiccio e mano a mano che l’elfa proseguiva col suo racconto si era abbandonato allo schienale di legno della sua sedia. 
- Munizioni per il fronte? Magari scortate dai vascelli militari che hai visto. -
- Forse, anche se ha poco senso.  A questo punto le nostre forze avranno già cominciato a muoversi e le munizioni, se di questo si dovesse trattare, arriverebbero troppo tardi. Inoltre…–
- … se il porto è deserto non può essere una sorta di esercitazione. –
- Per non parlare dei numeri: come dicevo risultano almeno quindici navi da guerra in più e almeno sei mercantili non censiti quindi mi viene da pensare che… -
- … o i rapporti forniti in questi anni sono tutti sbagliati, oppure Sylvanas ci nascondeva parte della sua flotta contravvenendo agli accordi stipulati presso il Consiglio. – la interruppe nuovamente il comandante completando per lei il suo pensiero. – Agente, secondo i tuoi rapporti la prima nave è partita quattro settimane orsono e, quindi, presumibilmente sarà arrivata a destinazione nelle Northerend, se quella era la sua destinazione. –
- Quattro settimane più due giorni, per l’esattezza: un giorno di esplorazione del porto ed uno per raggiungere il primo portale disponibile per Stormwind.  Sì comandante.  Concordo. –
- E’ fondamentale avere questa indicazione.  Raggiungi immediatamente Sloan McCoy: che prenda contatti con l’arcimago Andromath, alla Torre dei Maghi, che contatti l’avamposto Terramare nei Fiordi Urlanti.  Se quella nave era diretta lì, lo sapremo. –
L’elfa annuì e si allontanò a larghe falcate lasciando il comandante dei servizi segreti assorto nei suoi pensieri ed a torturarsi il pizzo fulvo.
- Tempesta in arrivo, temo. – la voce gracchiante alle sue spalle non lo impensierì minimamente.
- Così pare, vecchio mio.  Il tuo parere? - disse voltandosi verso il goblin apparentemente comparso dal nulla.
- Mmmmm… vessilli sconosciuti, navi sconosciute.  Il parere di Renzik è che quelle navi non sono tra i ghiacci, ma da qualche altra parte. –
Shaw si alzò in piedi e rinfoderando la spada annuì gravemente.
- Come vorrei che ti sbagliassi. -

* * *
I preparativi proseguivano alacremente e in perfetto orario: la mappatura, le ricognizioni, la definizione del percorso in ogni suo dettaglio.   Come pezzi di un mosaico, tutti i tasselli si stavano incastonando al loro posto. 
- Mio Re, un dispaccio da Terramare.  Da parte del Generale Masters. –
Re Varian giocherellò ancora col pomello della sua spada riconoscendo la criniera scolpita del leone, quindi si fece passare il plico.   
- Arrivato quando? – chiese al soldato di fronte a lui.
- Mi è stato consegnato pochi minuti fa, mio re. –
Congedò con un cenno distratto della mano il sottoposto, quindi aprì il plico.   
- Cosa dice? – chiese Lord Tyrion spostando il peso da un piede all’altro ed afferrandosi la destra con la sinistra dietro la schiena.
- Il generale dice che i preparativi sono completati e che è pronto a muoversi.  I vascelli sono stati ancorati e assestati e la Fortezza Terramare è pienamente operativa.   Ci siamo.   Considerato i tempi di marcia, dovremo metterci in marcia tra massimo una quindicina di giorni per essere in posizione quando l’esercito sarà in prossimità di Forte di Guadiainverno, alle porte della regione di Dracombra . –
Il paladino annuì un paio di volte riflettendo.
- Sì, mio re, pare proprio che ci siamo. -
- Lo dico anch’io. –
Varian si guardò intorno sorpreso.   Bofonchiò qualcosa e non era certo da lui tintinnare in presenza dei suoi sudditi, ma quella voce lo aveva completamente spiazzato perché non poteva essere lì.
- Per i demoni della fossa! Bolvar ma che cosa diavolo ci fai qui? – esclamò il paladino avvicinandosi quasi si corsa al nuovo arrivato ed abbracciandolo senza troppi convenevoli.
- Beh, direi che innanzitutto sarei qui per una doccia… - rispose il guerriero ricambiando l’abbraccio.  Poi, riacquistata la serietà, si avvicinò a Re Varian e si inginocchiò.
- Sire, luce alla casata dei Wrynn. –
- Lasciateci. Tu resta. – disse con durezza Varian ai presenti nella sala e riferendosi poi al capo dell’ordine dei Crociati d’Argento.  Leryda rimase in disparte, sperando di non essere notata, ma il re la fulminò con lo sguardo e, riluttante, seguì il resto del personale uscendo.  Le due guardie chiusero i battenti della sala lasciando i tre da soli.
- Posso sapere perché sei qui? Ti avevo dato degli ordini!  Dovevi essere al fianco di mio figlio e invece sei a mille leghe da dove vorrei che tu fossi! Esigo una fottuta spiegazione, Bolvar!! –
Varian era furente.
- Posso alzarmi, mio re? – chiese.
- Alzarti? Cosa?  Ma alzati, corri, fa quello che vuoi ma rispondi alle mie domande, per gli antichi dei! – e dette un calcio ad una sedia mandandola in frantumi.
Bolvar si rimise in piedi quindi si mise sull’attenti e con voce calma prese a parlare.
- Mio sire, ho dedicato la mia vita a servire la casata dei Wrynn e giammai, il Creatore mi è testimone, avrei disobbedito a un ordine diretto se non avessi ritenuto che i rischi compensassero i risultati nel farlo, soprattutto se non avessi valutato tale disobbedienza come importante per salvaguardare il mio re… Sire, posso parlare liberamente? -
- Concesso. –
Bolvar si rilassò e si appoggiò al tavolo. Era visibilmente provato: barba lunga, puzzava terribilmente di un misto di salsedine e sudore e mille altre cose, i vestiti erano sgualciti e in più punti lacerati dal tempo e dall’usura ed era invecchiato di almeno dieci anni.
- Varian, ho lasciato una città tranquilla in mano ad un reggente capace di discernimento e risolutezza. Un Wrynn, come suo padre e come il padre di suo padre… sicuramente meglio del sottoscritto, ma molto probabilmente persino più capace dei suoi predecessori.  No, Varian, non era lui che necessitava della mia presenza, non lui.  Sono qui per te. -
- E’ un ragazzo, Bolvar, un ragazzo che legge libri e non conosce né il sapore del sangue né quello delle donne, non è in grado!  - Urlò a pochi centimetri dal guerriero, quindi si ricompose.
- Lo sottovaluti, Varian. Anduin forse non è uomo come tu lo vorresti, ma è illuminato e sa esserlo come non immagini e poi, per tenere testa ad un prelato occorre un altro prelato.   Benedictus non pesterà i piedi a tuo figlio, non per ora almeno e quindi questo lo rende un alleato. –
Varian inspirò rumorosamente, quindi afferrò una brocca mezza piena di vino rosso e senza curarsi di chi fosse lo mandò giù d’un fiato.
- Va bene, Bolvar, d’accordo. Ora vuoi spiegarci come sei arrivato qui e perché? -
Bolvar scoppiò a ridere. Quindi afferrò un calice a sua volta e bevve un paio di sorsi di gusto. –
- Ne avevo davvero bisogno.  Per rispondere alla prima domanda ti posso dire che sono arrivato qui sfruttando un favore di un vecchio amico, ma non lo rifarei considerato il viaggio… per quanto riguarda la seconda, e si rabbuiò improvvisamente, non credo che ti piacerà sentire quanto ho da dire. -
Il paladino lanciò al re un’occhiata interrogativa quindi si avvicinò una sedia allo stanco Bolvar che accolse di buon grado l’invito e si sedette.
- Allora? – disse Varian sedendosi a sua volta.
- Varian, mio re, sono qui per chiederti di tornare a Stormwind. –

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren