Autore Topic: Figli dell'ultima alba XXXIV - Capitolo 25: Corrispondenza per il fronte  (Letto 1182 volte)

Sceiren

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25
Corrispondenza per il fronte

Se l’aspettava, anzi, si aspettava quella missiva già il giorno prima, del resto, nonostante le distanze, le notizie, quelle brutte, viaggiavano veloci. Il generale Masters prese il plico sigillato col marchio dei Wrynn in ceralacca e se lo passò da una mano all’altra, poi congedò il soldato che glielo aveva consegnato.  Imprudente Re Varian, inviare un messaggio così delicato via posta, senza neppure degnarsi di inviare un messaggero fidato.  I portali erano poco stabili, ma di certo il rischio che quel messaggio venisse intercettato era ben peggiore della perdita sfortunata di un paio di messaggeri… doveva essere furioso. 
Sorrise amaramente pensando che talvolta essere così lontani da casa evitava spiacevoli incontri.  A questi ultimi preferiva gli scontri, quelli militari, che sapeva come gestire, non era mai stato un buon diplomatico. 
Si accorse che pensava a tutto fuorchè al messaggio che, in un modo o nell’altro, cercava di ignorare, quasi potesse evitare di rompere quel sigillo e leggerne il contenuto.  Il generale delle forze alleate inspirò, quindi si fece coraggio e ruppe il pregiato sigillo ed iniziò a leggere.  Saltò i riferimenti cifrati del messaggio e la data, almeno un barlume di ufficialità era rimasta, rimase sorpreso però del luogo dove era stato scritto a da dove era stato inviato: Sottospiaggia.

Generale Masters, i miei sospetti a quanto pare erano fondati: l’Orda ha complottato da sempre alle nostre spalle.  Sarò schietto e diretto, considerata la gravità della situazione in cui ci troviamo, voi, nei Regni del Nord e noi, in quelli dell’Est.  Le notizie dal fronte occidentale e la disfatta al Cancello dell’Ira mi confermano che il piano di quei traditori di Thrall e Sylvanas ha avuto successo, ma non come avrebbero voluto perché il sottoscritto era in patria invece che sul suolo dello scontro e, visto quanto riferito, non mi viene difficile credere che uno dei bersagli dell’attacco di Sylvanas fosse il sottoscritto, considerato che avrei dovuto condurre io l’attacco su Arthas.  Poco male, ho risposto al fuoco con il fuoco: mentre i traditori complottavano alle nostre spalle, io marciavo con le forze rimaste a Stormwind sulla Città Morta, per porre fine alla minaccia di Sylvanas una volta per tutte.  E’, infatti, noto che la puttana non-morta stava organizzando un attacco via mare che avrebbe travolto la nostra capitale, ma i fati non amano i traditori e chi trama nell’ombra. Comunque poco conta oramai: ho marciato sulla Città Morta e senza difficoltà ho condotto l’attacco che fin nelle viscere di quel buco virulento che la Cavalcavento chiama casa.  .  Non ti competono i dettagli, ma quello che conta invero è che l’alleanza non esiste più, Masters e che da questo momento le forze alleate sono una polveriera che, se deve scoppiare, pretendo che scoppi per mio ordine e non per ordine del nemico più prossimo.  Proprio per questo, ordino con decorrenza immediata, di fare rotta per la fortezza di Terramare, affondare le navi dell’orda e rientrare a Stormwind.  Al vostro ritorno, pianificheremo un assalto decisivo alla Città Morta per cominciare e non ci saranno maghi che potranno fermare la mia avanzata, questa volta. Nani e mezzilupo sono favorevoli, elfi e draenei neutrali, confido pertanto che saprà gestire la situazione.
Varyan Wrynn, sovrano di Stormwind, signore di Lorthaeron.


* * *

La casella della posta venne travolta da dai quattro piccoli globi fiammeggianti, quindi Luther alzò la mano ed il demonietto arrestò ghignando il suo attacco.  Riprese a saltellare in una nuvola di vapore fetido dai riflessi verdastri tormentandosi le corna ricurve con le manine dalle lunga dita affusolate.
- Sta buono Druzil. – sibilò l’evocatore, quindi tossì un paio di volte, si aggrappò al bastone ricurvo e si avviò alla scrivania al tavolaccio che si portava dietro dall’inizio della spedizione.  Gli piaceva leggere seduto come si doveva ad uno studioso quale era, una reminescenza del suo ego mortale.
Luther aprì con maniacale delicatezza il plico appena arrivato, ben attento a non rovinare più del dovuto il marchio in ceralacca della sua regina e, come sempre, senza far cadere neppure un frammento del sigillo.  Quindi, risposta con le mani ossute tremanti la busta su un lato, lesse il messaggio:

Luther mio caro, le nefaste notizie che mi portarti al nostro ultimo incontro erano tutt’altro che tali e si sono rivelate una opportunità non indifferente. Varimathras è stato sconfitto dal re dei Wrynn, mentre quel traditore di Putress da Thrall.  La città è stata liberata da entrambi, dovremo ripagarli adeguatamente quando avremo modo.  Per quanto riguarda invece il Progetto e il suo fallimento, temo saremo tacciati di complotto.  Nulla di nuovo, nulla a cui non siamo attrezzati a reagire.  Alla luce dello scontro tra Varian e Thrall, nonché ai fatti al Cancello, ritengo che i nostri “alleati” non resteranno più tali ancora a lungo, almeno da questa parte del mare.  Non ritengo conveniente gettare in fumo i progressi fin qui raggiunti nelle Northerend, tuttavia, nonostante i fatti di cui sopra. Per questo, Luther, ordino che la spedizione continui e in questo, mio caro, non dubito tu sappia come muoverti in mezzo a tutta quella carne.
Sylvanas Cavalcavento


Luther annuì ripetutamente rileggendo ogni parola della sua signora ed al contempo realizzando quale fosse la sua missione attuale.  Avrebbe agito nell’ombra, come piaceva a lui, tuttavia in un’ombra fin troppo vicina alla luce.  Alti i rischi, alti i meriti. 
Schioccò le dita e il demonietto iniziò a contorcersi dal dolore.  Luther lo fissò con gli occhi animati da un fuoco sadico e pericoloso.
- Strano che tu urli, piccolo mio, io non sento niente! –

* * *

L’orco appallottolò il messaggio appena ricevuto e lo gettò ringhiando contro la parete ondeggiante della tenda. 
- Noooo! – urlò con tutta la sua rabbia.
Il petto gli si alzava ed abbassava rapidamente e sentiva il sapore del sangue in bocca.  Come poteva tornare ad Ogrimmar con la coda tra le gambe? Da sconfitto, senza l’onore della vittoria! 
- Meglio al morte… - ringhiò minaccioso.  Si riavvicinò al messaggio stropicciato e lo raccolse, quindi, di nuovo seduto al suo scranno, piantò con rabbia la pagina accartocciata sulla scrivania e la sistemò alla meno peggio, distendendola.  Con gli occhi che gli bruciavano dalla rabbia, si passò la lingua da un lungo canino inferiore sporgente all’altro, e rilesse gli ordini di Thrall.

Forza e onore, figlio di Ogrimmar.  Chi ti scrive è Thrall, signore della guerra.  Vorrei darti ordini più consoni alle imprese che sei solito condurre per il tuo clan, ma così non è, non oggi.  Ordino il tuo rientro alla capitale al più presto. Affrettati e guardati le spalle: Varian dubito non voglia acquisire un vantaggio su di noi.  Affrettati, Brakgul, perché il tuo Clan e la tua Città hanno bisogno del tuo vigore, ora che forze nascoste tramano nell’ombra. Forza e onore, fratello mio.
Thrall, Signore della guerra.


L’orco si sentì crescere la rabbia nel petto: come poteva non obbedire al suo comandante in capo, ma, allo stesso tempo, come poteva tornare da codardo a casa e guardare i propri figli negli occhi?
Aveva bisogno di bere.

* * *

Aveva convocato il consiglio ristretto di guerra: era impellente prendere una decisione e prenderla al più presto.  Masters era sicuro che non fosse il solo, infatti, ad aver ricevuto “notizie” dal vecchio continente. 
Il Generale delle forze alleate si guardò allo specchio e si squadrò come non faceva da tempo, con meticolosa pignoleria, come se dovesse conferire con Re Varian Wrynn in persona, si aggiustò impercettibilmente uno dei bottoni della giubba, estrasse e ripose un paio di volte la spada nel fodero, quindi assunse un’aria risoluta e marziale: almeno esternamente non poteva mostrare cedimento alcuno.
Qualunque fosse stato l’esito di quel consiglio di guerra, ne avrebbe subito conseguenze pesantissime, sia la campagna militare che la sua persona, ma non aveva scelta. Sapeva di non averne. 

Mio caro Masters,
non ti nego che per farti pervenire questa lettera ho dovuto far leva a tutti i miei contatti, a tutta la mia influenza e, per certi versi, a tutto il mio charme, ma ne è valsa la pensa, perché tu lo riceverai, almeno confido sarà così.
Non sai quanto avrei voluto parlarti di persona, ma a questo punto è già molto se riuscirà a farlo per lettera, del resto, le mie azioni, sono state a dir poco azzardate, più del solito comunque. Come sai però, non sono nota per agire secondo gli schemi, quanto secondo coscienza.
L’incursione alla Città Morta può sembrare a chi non c’era (ed in parte anche ai presenti) una gloriosa marcia di Varian, del resto, ha fatto irruzione nella capitale di Sylvanas, ha abbattuto uno dei suoi luogotenenti più pericolosi ed ha indebolito le difese della regina, tuttavia, la verità temo sia ben diversa.  Ritengo che Varian abbia fatto esattamente quanto chi lo ha fatto tornare si aspettava che facesse.  Non credo, infatti, che sia stato un caso che contemporaneamente che Thrall attaccasse la città, come non credo che sia un caso quanto accaduto al Cancello dell’Ira. Ci sono forze che tramano nell’ombra ed ancora non ho elementi per individuarle o comprenderne le ragioni, ma ci sono, Masters, ci sono e stanno ottenendo quello che cercano, qualunque cosa sia.
Vedere Varian scagliarsi contro Thrall, affrontarlo in un combattimento reale e mortale, mi ha lasciato dapprima basita, ma poi mi ha reso evidente che non poteva essere casuale tutto ciò, per questo ho agito, disobbedendo ad un ordine e perdendo la fiducia del mio re.  Ho congelato il campo da battaglia e con un teletrasporto di massa, ho allontanato il nostro amato sovrano dal campo di battaglia.  Era necessario, Masters, spero lo comprenderai.
La domanda che mi sono posta in quei frangenti drammatici te la ripropongo qui, sperando che ti farà riflettere: perché ora? Perché far scontrare i due sovrani e perché alla Città Morta? Il primo effetto, immagino lo saprai già, la fine dell’alleanza che ci ha portato così lontano, che ci ha regalato anni di pace, ma c’è dell’altro.  So che c’è. 
Ti chiedo quindi una valutazione, amico mio, una valutazione razionale che, però, non escluda dalle variabili l’istinto, perché solo quest’ultimo potrà mostrarti la via, dove informazioni e conoscenza non possono.
Sono certo che agirai nel migliore dei modi e, in ogni caso, io sarò con te.
Jaina


Estrasse la lettera dalla tasca e la guardò un’ultima volta, prima di avvicinarla alla fiamma di una candela, tenendola tra le dita fino alla fine, fino a quando quasi non si bruciò.  Come se non volesse lasciarla andare, come se rappresentasse l’ultimo legame con quanto stava per fare.
Pensò per un attimo fugace alla sua famiglia che attendeva al suo ritorno e si chiese cosa avrebbero pensato di lui se avesse scelto una via… cosa avrebbero pensato di lui se ne avesse scelto un’altra.  In entrambi i casi sapeva che probabilmente non lo avrebbero capito. Non subito almeno.
Si schiarì la voce, quindi chiamò le guardie all’ingresso e si fece scortare alla sede dell’incontro.

Entrato nella tenda, trovò i componenti del consiglio di guerra esattamente come si aspettava: l’ammiraglio McRonin seduto su una sedia bianco in viso.  Armeggiava nervosamente con le bretelle della sua uniforme, senza fissare lo sguardo su niente e su nessuno per più di pochi secondi.  Ritto come un fuso, perennemente sull’attenti, l’orco Brakgul era una statua di muscoli e acciaio. Era armato di tutto punto, pronto a scendere in battaglia.  I suoi occhi erano tizzoni ardenti.
Camminava claudicante, appoggiando tutto il suo poco peso al bastone ricurvo come le sue ossa il non-morto al seguito di Sylvanas, Luther, evidentemente poco incline alle sedie presenti nella tenda.
Infine seduto compostamente alla destra della sedia destinata al generale, il paladino Devin attendeva con le braccia incrociate sul petto.
Al suo ingresso l’Ammiraglio e il paladino si alzarono in segno di rispetto, mentre l’orco e il non-morto lo fissarono, senza dire nulla.
- Molto bene, direi di non perdere tempo e iniziare., disse prendendo posto, seguito da tutti gli altri. - Siamo qui per un consiglio di guerra straordinario. –
- Solo un attimo, generale.,  sibilò l’evocatore, prima di formulare un incantesimo di protezione, Meglio evitare orecchie indiscrete. -  aggiunse tossendo.
- Molto bene.  Vi ho convocato non solo per quanto accaduto alla missione primaria, ma anche per gli ordini ricevuti. – disse tagliando corto ed adagiando il plico recante il marchio dei Wrynn sul tavolo.
- Confido di non essere stato il solo a ricevere indicazioni dai miei superiori… - aggiunse fissando i propri interlocutori.
- No, affatto. – rispose Luther, estraendo da una delle molte tasche del suo abito vermiglio il plico di Sylvanas e lasciandolo con la mano tremante di fronte a se.
L’orco, seppur con riluttanza, fece altrettanto, senza aggiungere nulla però.
- Ritengo che nonostante dettagli filtrati dall’autore di ciascuno di questi plichi, il succo del discorso sarà lo stesso: il Progetto è fallito. L’alleanza è finita.  La nostra missione non ha più alcun motivo di esistere, così come la nostra permanenza qui.  E’ corretto? –
Brakgul grugnì e Devin sospirò appoggiando la testa alle mani e passandosi le dita trai capelli.
- Come pensavo. Concluse il generale. –
- Se l’alleanza è finita, come dici, mi chiedo: ha senso sederci qui? Di cosa dovremmo parlare? – iniziò l’ammiraglio McRonin improvvisamente a disagio.
Il generale annuì grevemente, quindi si alzò in piedi, si tolse lentamente i guanti e li adagiò uno sull’altro di fianco al plico, quindi si afferrò la destra con la sinistra dietro la schiena iniziò a camminare.
- Ho avuto ordine di tornare a Terramare e rientrare a Stormwind. Ho avuto ordine rompere ogni legame con l’orda e di considerare tutti i suoi componenti nemici.  Con tutto quello che questo comporta.  Si ritiene, a casa, che il fallimento del Progetto sia imputabile a Sylvanas e che Thrall e tutti gli altri siano parte della cospirazione. –
- E’ falso! Non c’è onore nella cospirazione! – ruggì Brakgul schiaffando le mani sul tavolo e alzandosi in piedi, scagliando la sedia a terra.
- Luther? – chiese Devin fissandolo.
- Nessun vantaggio a tradirvi ora. – sibilò l’evocatore.
- Appunto., riprese il generale, Ora, probabilmente avrete ricevuto analoghe richieste dai vostri sovrani e probabilmente dovremmo concludere questo consiglio di guerra attaccandoci l’un l’altro come vorrebbero oltre il mare, probabilmente dovremmo eseguire gli ordini oppure, potremmo agire diversamente. –
- Cosa vorresti dire esattamente? – chiese Devin alzando gli occhi al cielo.
- Ignorare un ordine non è consentito. – grugnì l’orco scuotendo il capo.
- No, non lo è, non è mai stato per me.  Ho sempre eseguito quanto richiesto ed ho sempre portato a termine la missione, come sono certo abbia sempre fatto tu, figlio di Orgrimmar o tu, Luther.  Per questo vi chiedo di mantenere fede a questa linea di condotta, al mio fianco.  Non vi esporrò le mie argomentazioni su quanto accaduto alla Città Morta ed al Cancello dell’Ira, tuttavia vi chiedo di valutare i fatti, prima di decidere su quanto sto per chiedervi.  Possiamo obbedire agli ordini e tornare indietro, probabilmente massacrandoci a vicenda lungo la strada, oppure possiamo proseguire, affrontare Arthas e, in un modo o nell’altro, venire processati da traditori, se sopravvivremo, oppure perire nel tentativo di dare al nostro mondo la pace per cui siamo venuti fin qui. – quindi prese un candelabro e lo spinse al centro del tavolo. – Qual che sia la decisione che prenderemo, non si potrà tornare indietro.  Se sceglierete quanto io ho deciso per me stesso, farete come me. -  e bruciò il plico con gli ordini del re.
- Sei pazzo! , sbottò l’ammiraglio McRonin, non si può uccidere il re dei Lich! Ci sarà sempre un re dei Lich! E’ un suicidio! –
- Tutti sanguinano, persino il re traditore e, comunque, nel migliore dei casi, guadagneremo tempo, indebolendo il re dei lich, tempo che potremo utilizzare per prepararci al suo ritorno. – disse Devin alzandosi in piedi. – Non ho ordini da bruciare, ho solo me stesso ed essendo al servizio del Creatore e seguendo solo i suoi dettami, sento che questa è la scelta più giusta. – tolto il guanto, mise la mano destra sopra la fiamma e la tenne ferma per qualche secondo, prima di ritrarla e rindossare il guanto dell’armatura.
- Ma, ma… - balbettò McRonin.
- Come ho detto, non c’è vantaggio nel tradimento come nel ritorno alla capitale senza un risultato. Anche se devo ammettere che gli ordini ricevuti dalla mia signora sarebbero stati sicuramente più divertenti da eseguire... - ghignò sinistro Luther prima di bruciare il plico.
Gli occhi di tutti puntarono sull’orco che mostrando i denti bruciò il plico:
- Meglio sul rogo da eroi, che una vita da codardi! –
- ... e come farai a far uscire Arthas dalla sua cittadella? Non penserai che lo farà! - disse asciugandosi il sudore dalla fronte l'ammiraglio McRonin.
Il generale Masters accennò un sorriso, quindi chiamò una guardia e ordinò:
- Portatemi l'informatore. -

« Ultima modifica: Giugno 26, 2015, 11:31:02 pm da sceiren »

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren