Ebbene sì, le Guerre Stellari, finalmente, sono tornate nei cinema, dietro la guida di J.J. "Restyling" Abrams!
Questa recensione non contiene alcuno spoiler sulla trama, quindi buona lettura
LocationIn una galassia lontana lontana...
...ma più vicina a noi di trent'anni! Il settimo episodio della saga si colloca trent'anni dopo quanto abbiamo visto ne "Il ritorno dello Jedi" e il primo (dei molteplici) punti di forza di questo titolo è proprio come Abrams sia riuscito ad evolvere non tanto i protagonisti della vecchia trilogia (peraltro facendo un buon lavoro - vedi oltre), quanto le ambientazioni mostrate, la tecnologia, le location, insomma, il background in cui i personaggi (vecchi e nuovi) si muovono, lasciando di fatto inalterato lo spirito dei vecchi film, ma proiettandoli in quello che saranno i nuovi.
I campi lunghi utilizzati su Jakku lasciano senza fiato e, nella loro semplicità, non ubriacano di tecnologia e colori lo spettatore che ha tutto il tempo per riabituarsi a quanto sta vedendo.
In buona sostanza, in tutto quello che vediamo, dalla prima inquadratura all'ultima, Abrams riesce a portare un nuovo punto di vista, ma rimanendo fedele al passato.
Altro elemento davvero basilare di questo primo film è la semplicità che si alterna alla complessità estrema. Parliamo sempre delle location e delle scelte dei luoghi in cui le vicende si muovono. Il regista ha voluto, come dicevo, mostrare aspetti mai esplorati nei sei film precedenti sia da un punto di vista di poteri, di personaggi e situazioni, sia di luoghi. Il combattimento nel bosco è un esempio. Il trade-off tra spettacolarità visiva e un ambiente più ristretto, intimo quasi, ha senza dubbio pagato, dando emozioni allo spettatore completamente nuove o, comunque, dimenticate (per non dire assenti) nella trilogia prequel, ma invece ben note nella vecchia trilogia.
Naturalmente c'è anche l'aspetto spettacolare in senso lato: le inquadrature dei pianeti sono straordinarie così come l'arma finale del primo ordine; tuttavia, almeno per il sottoscritto, non sono queste le location che più mi hanno colpito. Le emozioni più forti le ho avute dalle piccole cose e dai luoghi più semplici e intimi nei quali i personaggi hanno trovato il loro stesso io.
PersonaggiForse la vera sfida che ha dovuto affrontare la produzione, è stata fare i conti con le vecchie glorie. Come ha detto prima del lancio Abrams, "c'è un motivo per cui Luke non si veda nei trailer" e non volendo ovviamente anticiparvelo, sorvolerò sulla sua presenza, soffermandomi invece sugli altri (noti).
Come far coesistere mostri sacri come Han Solo e Leia Organa, oltre allo spettro di Darth Vader, con volti assolutamente nuovi e privi di storia come Rey, Finn, Poe e Kylo Ren? Come non cadere nel tragicomico errore accaduto nella trilogia prequel, cercando di rendere simpatico al pubblico un personaggio, strappando lo scettro agli inossidabili R2D2 e B3PO? Non è stato sicuramente facile, ma la miscela è riuscita, in un'alchimia veramente straordinaria, forse il punto più riuscito di tutta la pellicola.
Per chi dubitava della capacità di Harrison Ford di rivestire un credibile Han Solo, potete dormire sogni d'oro perchè Harrison Ford E' Han solo. Stesse movenze, umorismo, stile, il tutto appannato un pizzico dall'età che, comunque non ha minimamente intaccato il suo spirito combattivo. In coppia con Chewbacca, Han da il meglio di sè, riuscendo a strappare ben più di un sorriso con battute sagaci, divertenti e mai fine a se stesse. Quello che invece, dal mio punto di vista, non è riuscito del tutto con Poe, il miglior pilota della ribellione che, da un certo punto di vista, si presenta come uno Han Solo (pulito) del presente. Troppo sprezzante, troppo sopra le righe, anche in circostanze in cui, forse, avrebbero dovuto gestirlo in modo che trasparisse il suo coraggio e non la sua quasi ridicola capacità di smorzare situazioni complesse.
Una vera sorpresa per me è stato Finn e la sua sintonia perfetta con Rey. Una coppia divertente, bilanciata e ben orchestrata. Devo dire che mi preoccupava molto il suo legame con la spada laser, ma devo dire che la fiducia riposta in Abrams, ancora una volta, ha pagato. Senza, naturalmente, entrare nel merito, posso dire che chi temeva che Finn facesse qualcosa di non fosse in grado, resterà deluso: tutto quadra, tutto è plausibile per quanto lo riguarda. Inoltre, a differenza di Poe, il suo spirito è contagioso e le risate più corali in sala sono scaturite proprio da lui, specie nei suoi scambi con Solo. Un personaggio sicuramente in crescita che potrebbe avere una buona evoluzione nell’ottavo episodio.
Come annunciato, Rey si è confermata una scommessa stravinta. Regge benissimo il ruolo, si adatta alle situazioni e non manca mai di mantenere un legame forte, fortissimo con le sue origini, con quello che era agli inizi della pellicola. E’ uno degli aspetti che mi sono piaciuti di più: è pura, ma allo stesso tempo provata dalle sofferenze e dalla vita difficile che ha affrontato fin da piccola e tutto questo non viene mai spazzato via, ma resta con lei, la accompagna fino alla fine. Davvero interessanti le scene iniziali di vita quotidiana che, seppure non danno nulla alla storia principale, contribuiscono a caratterizzarla profondamente.
Anche Carrie Fisher ha dato il suo buon contributo: sicuramente la meno brillante e tuttavia appropriata e adeguata al ruolo. Una spalla ben gestita che funge forse più da collegamento col passato, seppure muove alcuni aventi, indirettamente, fondamentali in questo film.
Parliamo ora di Kylo Ren, uno dei personaggi più attesi proprio visto il confronto volutamente sottolineato, anche nei trailer, con Darth Vader di cui, peraltro, è fortemente influenzato. Un personaggio sicuramente duplice: da un lato spietato e minaccioso (con la maschera), a emaciato, quasi sottomesso (senza). Un dualismo che rispecchia perfettamente il personaggio e il suo conflitto, di tutt’altro genere rispetto a quanto visto in passato. Su Ren ci sarebbe davvero tanto da dire, peccato non sia la recensione giusta
Per lui e i numerosi indizi che mostrano come Ren non sia stato solo quanto apparso nella pellicola, rimando alla recensione Spoilerosa. Tornando alla sua recitazione in senso stretto, è un personaggio perfetto per il ruolo che ha: completamente differente da ogni altro cattivo visto finora, più umano e vicino ai personaggi della vecchia trilogia che non patinato e asettico, come visto nella nuova.
Trama, intreccio, ritmoQui sarò ovviamente stringato e evasivo. L’intreccio è senza dubbio ottimamente gestito: il ritmo è incalzante dalla prima scena all’ultima con picchi di tensione alternati a momenti di comicità quasi mai sforzata. La storia prende, cattura e trascina fino alla fine, seppure un paio di scelte non le ho condivise fino in fondo. Come ho detto nella premessa, un paio di nei ci sono, ma sono davvero irrisori e non alterano minimante il giudizio di insieme.
ConclusioniIl commento che diverse persone mi hanno fatto e che, peraltro, ora che ho visto questo film, condivido e faccio mio, è semplicemente che Abrams ha riportato al cinema il Guerre Stellari di cui tutti ci siamo innamorati. “Il Risveglio della Forza” è letteralmente questo: il risveglio di guerre stellari, della sua magia, della sua poesia, della sua bellezza non legata esclusivamente a grandi battaglie stellari o ad effetti speciali soverchianti, come accaduto nella trilogia prequel, ma nel condividere le situazioni con i personaggi. La descrizione che viene data della Forza è un chiaro esempio di tutto questo: abbandonata la strada fredda e meccanica/meccanicistica del midiclorian (uno delle cose che, almeno io, ho trovato più di pessimo gusto nella trilogia prequel) per abbracciare la filosofia già vista nell’”Impero Colpisce Ancora”, quando Yoda spiega con una semplicità disarmante a un giovane ed inesperto Luke cosa la forza sia.
Molto molto interessante la ventata di realismo verosimile che Abrams ha dato ad ogni scena: dai colpi dei laser, alle scene (mai viste prima) di uccisioni, ai tie tighter con le torrette posteriori e una miriade di altri dettagli che, nel loro complesso, contribuiscono a creare una pellicola concreta e fisica.
Senza alcun dubbio, questo settimo episodio è uno dei migliori e si colloca senza fatica nell’olimpo dei migliori guerre stellari di sempre.