Anno 1999.
Un film realizzato con un budget ridicolo e interpretato da attori esordienti grazie a forse uno delle prime e più efficaci campagna virale di tutti i tempi terrorizza il mondo. La formula è semplice e, peraltro, per i cultori dell’horror, neppure tanto originale visto che proprio un italiano, Ruggero Deodato, la sdoganò nel lontano 1980 con il suo terribile “Cannibal Holocaust” (il film più censurato della storia del cinema): un paio di telecamere a spalla, video pseudo amatoriali montati in un documentario ultra realistico. Nessuna regia di sorta (apparentemente) , nessuna colonna sonora. Solo effetti sonori, luci ed ombre e tanta, tanta atmosfera.
Parliamo di
The Blair Witch Project, naturalmente. (di cui, probabilmente, seguirà adeguata recensione in futuro - ndr).
Da quell lontano 1999 di film realizzati con la stessa tecnica (Found footage – in buona sostanza riassemblaggio di materiale pressieistente apparentemente non girato a fini cinematografici) ne sono seguiti una infinità, alcuni con numerosi seguiti (vedi saga di Paranormal Activity o Rec, tanto per citarne qualcuno), ma nessuno, almeno secondo chi scrive, si è mai avvicinato in termini di tensione a quanto visto (o, meglio, non visto) nel titolo del 1999 che, a sua volta, non disturba neppure lontanamente quanto il film italiano capostipite del genere.
Tralasciando il primo sequel del film del 1999, uscito un anno più tardi che metteva in ridicolo tutto quanto visto nel primo film (ancora mi chiedo come abbiano potuto produrre un simile aborto…), oggi parleremo di
Blair Witch, seguito diretto dell’horror di cui sopra.
Maggio 2016. Su tutti i siti di cinema fa la comparsa con alcuni teaser di un certo “The Woods” le cui atmosfere rimandano al vecchio BWP.
I fan della straga di Blair naturalmente adorarono il teaser, seppure nessuno immaginava neppure lontanamente che a luglio di quest’anno quel progetto cinematografico si sarebbe rivelato per qualcosa di completamente nuovo, annunciandosi come il vero sequel dell’horror del 1999.
Trattandosi di una recensione no-spoiler, non potrò entrare nel merito, ma da dire c’è molto, specie in rapporto col fratello maggiore che, resta, comunque irraggiungibile sotto molti punti di vista.
Blair Witch si svolge alcuni anni dopo gli eventi visti nei nastri di Heather e compagni sempre nel medesimo paese, Burkittsville, naturalmente, sempre negli stessi boschi.
Il film sfrutta i clichè che hanno funzionato nella prima parte, con l’aggiunta di elementi più macabri e diretti che, invece, erano del tutto assenti nel primo capitolo. In buona sostanza, in questo film “si vede di più e si immagina di meno” rispetto al primo dove era esattamente l’opposto.
Se sicuramente questa scelta era da un lato obbligata perchè, è inutile girarci intorno, chi è andato a vedere questo film voleva vedere scoprire qualcosa di più (la carta dello shock fine a se stesso era del resto già giocata), naturalmente ha reso il film meno psicologico rispetto al predecessore, ottenendo comunque un buon mix tra vedo/non vedo. La scena del teaser del millepiedi che esce dalla gamba del malcapitato, ad esempio, rappresenta una buona trovata che, a mio avviso, però, avrei gestito in modo differente.
Il primo film ruotava non tanto sulla strega, almeno non nei primi due terzi del film, quanto sulle paure dei protagonisti persi trai boschi (e, credetemi, se vi siete mai persi sul serio in un bosco, quelle sensazioni, quelle reazioni spesso irrazionali, quelle crisi di panico viste nel primo atto della bilogia di cui stiamo aprlando, sono assolutamente credibili e verosimili. Questo aspetto, a mio avviso, non è stato adeguatamente sviscerato nella seconda parte. L’horror scatenato dallo sconosciuto non ha vinto sull’horror del soprannaturale e questo, sotto certi versi, ha tolto tensione al film che si è avvicinato a tanti altri titoli simili.
Un aspetto interessante, invece, la gestione della tecnologia. Sono passati diversi anni da quel lontano 1999 ed anche i campeggiatori non sono sprovveduti come in passato. Droni, auricolari e GPS fanno parte dell’equipaggiamento del team e seppure potrebbe rappresentare una stonatura, credetemi, è stata ben gestita e non da assolutamente fastidio, anzi, rende il tutto più credibile nel 2016.
Infine i protagonisti. La sensazione che ho avuto guardando il film è che a differenza del team esordiente del primo episodio, qui avevamo a che fare con attori formati che, tuttavia, hanno avuto bisogno di tempo per ingranare. Non erano “sbagliati” in un’ottica di un film filo-realistico come questo, ma semplicemente erano meno “veri” rispetto ai primi. Mentre effettivamente i protagonisti di BWP davano davvero la sensazione di essere ragazzi qualsiasi che si riprendevano a vicenda, bucando lo schermo, qui il distacco tra finzione e realtà, veicolato dai suoi protagonisti, è più marcato e si nota (con conseguente riduzione della tensione creata).
Conclusioni.Blair Witch toglie l’amaro in bocca lasciato dal davvero brutto sequel/spinoff/non definibile film del 2000, ricalcando le orme del suo predecessore ed inserendo alcune interessanti novità sul genere. Il tentativo di aggiornare le tematiche del primo film è in parte riuscito grazie all’inserimento nel format originale di elementi raccapriccianti e di una più classica matrice horror. Il proseguo della storia è stata ben gestita così come le ambientazioni esplorate più bel dettaglio in una fusione ideale con quanto già visto nel primo titolo della serie. Per gli amanti dell’horror tensivo è un film da guardare, non un “must” come il suo predecessore, ma sicuramente gradevole e ben realizzato.